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la parabola

Il sonno di Giuseppe Conte

Sfuma il piano del Movimento 5 stelle di passare una nottata in Aula a fianco della Flotilla. Il leader dei pentastellati resta il più sveglio a parole sulla guerra, ma la protesta svanisce in dirette e post

Più che la resistenza poté il sonno. La parabola: occupiamo l’Aula, anzi, no andiamo a dormire. E’ martedì sera e il M5s di Conte, il Conte Abu Conte, è ingazato con Meloni. La Flotilla sta per essere affiancata dagli israeliani. Occorre un intervento duro, durissimo, un gesto simbolico. Quale? Seguire in diretta, occupare la Camera tutta la notte, fare compagnia al senatore Marco Croatti, dei 5s, imbarcato sulla Flotilla. Ma occupare costa. Significa tenere aperta l’Aula, mobilitare i commessi. I 5s riflettono, domandano. Il rischio? Far pagare allo stato, e a Giorgetti, braccino corto, il gesto d’umanità. Una soluzione? I vecchi mandarini delle istituzioni suggeriscono: tutt’al più occupate la parte alta, i loggioni. Si risparmia. Riccardo Ricciardi dei 5s, mujaheddin di Conte, scalda la gola. Alt. Bisogna raccordarsi con il gruppo M5s del Senato. E qui, la parabola. I senatori dei 5s che hanno qualche acciacco, e qualche anno in più, pensano: ma come? La camomilla? Il letto caldo? La carezza del cuscino? Vabbè.

Lasciano intendere ai colleghi della Camera che forse non è il caso, che queste cose le fanno i giovani 5s. Ricciardi, che non vedeva l’ora di montare le tende, si lancia in un intervento dal tono ancora più alto. Finisce con i padiglioni auricolari distrutti e poi a casa. Il partito più desto, sveglio, su Gaza, il partito che impone la linea di politica estera al campo largo è quello di Conte. Dove non arriva il riformismo del Pd arriva il tramonto. Dove non arriva la collaborazione istituzionale arriva il commesso della Camera. Le dirette con la Flotilla, la politica estera entrata in quella interna... vale l’appello di Mattarella: “Fermiamoci”.  Il sonno della ragione genera post, ma non la pace.

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