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Ecco la risoluzione di Meloni per spaccare il Pd su Gaza: dalla Palestina alla Flotilla

Carmelo Caruso

L'intenzione del governo con la proposta che presenterà alla Camera sul conflitto medio orientale è dividere la sinistra e mettere alla prova le sue contraddizioni. La reazione del Pd e l'allarme dei riformisti

Dal mare all’Aula. La flotilla entra nella risoluzione di governo su Gaza. Ecco il testo, la bozza, che il 2 ottobre, la maggioranza presenterà alla Camera. La chiamano a destra “mozione Mattarella”. Prende spunto dal massacro del 7 ottobre 2023 che “ha innescato una spirale di violenza”, parte dalla Palestina ma arriva alla flotilla. Il riconoscimento dello stato di Palestina? Sì ma “subordinato al rilascio degli ostaggi”. La flotilla? “La scelta di non accogliere il compromesso trasforma un’iniziativa di carattere umanitario in una provocazione politica”. La strategia di Meloni e Tajani è dividere la sinistra, contrapporre la saggezza del capo dello stato a quella che ora definisce: “Incoscienza”. Come si presenterà l’opposizione? Quale sarà la risposta di Pd, M5s e Avs? Si lavora, e lo fa Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, a una mozione congiunta Pd, M5s, Avs. Restano fuori Italia viva e Azione di Calenda. Giorno 2 ottobre, nelle ore più drammatiche della flotilla, l’avvicinamento a Gaza, il governo si presenterà in Aula a scenario cambiato. Il governo chiede ancora: “Fermatevi”. Tajani e Crosetto hanno già comunicato che a poche miglia da Gaza la fregata Alpino si ritirerà e che da quel momento la flotilla resterà sola. Ha aggiunto Crosetto: “Do per scontato che i militanti della Flotilla saranno arrestati. Se ci fosse solo l’arresto metterei la firma”. Si sta consumando un altro tormento, un tormento di stato, all’interno del Pd, un partito che per sensibilità e vicinanza con Mattarella si distingue dalle posizioni di Giuseppe Conte e del M5s.

In queste ore si è arrivato all’assurdo, alle dichiarazioni di Alessandra Maiorino, la senatrice del M5s, la senatrice del “Tajani prezzolato” che ha separato la flotilla in flotilla A e flotilla B. Per Maiorino gli unici imbarcati sulla flotilla sono gli esponenti di M5s e Avs (il senatore Croatti e l’europarlamentare Avs, Scuderi) mentre i compagni del Pd (Scotto e Corrado) sarebbero su navi d’osservazione. Dice Francesco Filini, lo Strabone di Meloni, di FdI, che “ormai è una gara a chi è più flotilerros degli altri”, e che stiamo assistendo a una deriva, la deriva di chi “non vuole più aiutare la popolazione palestinese ma aspirare al martirio”. La risoluzione a cui lavora il Pd prevede “il riconoscimento della Palestina senza condizioni dello stato d’Israele”, le sanzioni e il blocco degli accordi commerciali con Israele, anche sui porti, e il sostegno alla flotilla. Il Pd è per favorire ancora “la mediazione”, con il patriarcato latino, mentre il M5s è per sfidare il blocco, per arrivare fino alla fine. Il Pd convoca per mercoledì sera l’assemblea congiunta dei gruppi. Il tema: cosa fare con le altre risoluzioni, tanto più se il governo accetta di riconoscere la Palestina subordinandolo a punti chiave? Si parla nel Pd, la parte gentiloniana, di “salizzazione” del partito, una deriva alla Ilaria Salis. Sono i riformisti, i gendarmi di Guerini e Gentiloni, e non nascondono la loro posizione: sono per far scendere dalla nave i parlamentari Pd, per stringersi intorno a Mattarella che “ci ha lanciato un salvagente”. L’altra parte, l’area Schlein, è invece divisa perché non intende lasciare Gaza alla sinistra della sinistra. Il ministro Matteo Piantedosi ripete in queste ore: “Si vedrà chi ha senso dello stato e chi no”.

L’intenzione del governo è far votare la sua risoluzione per parti separate. L’idea di Meloni e Tajani è stringente: dopo aver ripetuto che il governo non riconosce lo stato di Palestina, cosa farà il Pd ora che lo riconosciamo a condizioni ben precise? La scommessa della premier è mostrare al paese “la maturità” del Pd a cominciare da questo voto. La risoluzione di maggioranza, la bozza di cui scrive il Foglio, che viene in questeo ore aggiornata, prevede almeno 15 punti. La parte essenziale, destinata a spiazzare, è questa: “Il governo italiano, in coerenza con la sua storica posizione, ha espresso la sua contrarietà a qualsiasi progetto di annessione, totale o parziale della Striscia di Gaza, ritenendoli un ostacolo concreto al processo di pace”. Come può un Pd maturo dire no? Un’altra parte? Questa: “L’Italia continua a chiedere il rilascio immediato degli ostaggi e la restituzione dei corpi delle vittime israeliane e a ciò subordina ogni forma di riconoscimento di uno stato palestinese”. Cosa voterà Carlo Calenda? Un capoverso ancora è destinato a sorpassare la sinistra e riguarda Hamas: “L’Italia ha sempre condannato le responsabilità di Hamas nell’innesco del conflitto ma ha anche sottolineato che la reazione israeliana non poteva tradursi in violazioni del diritto umanitario. Le ultime operazioni hanno oltrepassato il principio di proporzionalità”. Il rischio del Pd è regalare Mattarella alla destra che lo eleva come faro, guida. La flotilla è il caso di coscienza della sinistra: l’umanità o l’incoscienza dell’umanità?

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio