
(foto Ansa)
Il colloquio
Fassino (Pd): “Il riconoscimento della Palestina è un passo avanti del governo. Ora massima convergenza”
Il deputato dem, vicepresidente della commissione Difesa: "Per la serietà dell'argomento auspico una convergenza larga tra maggioranza e opposizione. Ma adesso si deve passare dalle parole ai fatti. Manifestazioni pro Pal? Sta alla responsabilità dei partiti isolare i violenti"
“Ancorché tardive, e limitate rispetto a quanto hanno già fatto paesi come la Francia, credo che le enunciazioni del governo sul riconoscimento della Palestina siano un passo avanti per l’Italia. Ora però ci aspettiamo che dalle parole si passi a votare la mozione nel più breve tempo possibile”. Il deputato del Pd Piero Fassino al Foglio confessa con grande sincerità “che il riconoscimento della Palestina per frenare da una parte i progetti di uno stato dal Giordano al mare, dall’altra l’annessione della Cisgiordania, è sempre stata la posizione del Pd”. Anche per questo la mozione del governo, che è tutta ancora da leggere, in linea di principio non può essere bocciata a priori. “Per la serietà dell’argomento, io anzi auspico una convergenza, la più larga possibile. Non solo tra le opposizioni, ma anche con la maggioranza. Certo lo capiremo leggendo nel concreto il testo quando sarà presentato”, rileva ancora il vicepresidente della commissione Difesa alla Camera. Fatto sta che l’anticipazione di Meloni, secondo Fassino, “è tardiva perché arriva dopo il riconoscimento di altri paesi come la Francia, il Regno Unito. E non è nemmeno originale, perché la smilitarizzazione di Hamas, il rilascio degli ostaggi, la cessazione delle ostilità da parte dell’Idf, la creazione di un’autorità indipendente che governi Gaza e un piano per la ricostruzione della Striscia sono già nel documento di Francia e Arabia Saudita. Ciò detto, lo reputo comunque un passo in avanti”.
Fassino, colloquiando con questo giornale, ne approfitta anche per commentare le proteste pro Pal di inizio settimana, che hanno provocato non pochi disordini. “Credo che non si possano mischiare nello stesso calderone, come fa la destra, i gruppi più violenti e chi scende in piazza per chiedere la fine delle ostilità, che va ascoltato. In questi anni le manifestazioni antiebraiche dei pro Pal sono cresciute enormemente, senza che vi sia stata una reazione adeguata. Sta alla responsabilità delle forze politiche isolare i violenti”.