
Ansa
NON C'È BIS SENZA TRIS
Solo Conte ha raccolto 500 firme: sarà l'unico in corsa per la presidenza del M5s
Dei ventuno ammessi dal Comitato di Garanzia il 16 settembre, nessuno oltre all'ex premier è arrivato al traguardo. L’elezione che voleva confermare la democrazia interna del Movimento è diventata un atto notarile. Uno vale uno, certo
Non c’è platea senza pubblico, e non c’è elezione senza rivali. Ma nel Movimento 5 stelle, alle 16 di lunedì scorso, l’orologio ha segnato un finale diverso: alle elezioni per il nuovo presidente del M5s ci sarà un solo candidato. Giuseppe Conte, che fu bis e sarà anche tris. Solo lui ha trovato cinquecento persone pronte a sostenere la sua candidatura. La scadenza era fissata per il 22 settembre: cinquecento sottoscrizioni da raccogliere e consegnare per restare in corsa alla presidenza del Movimento. Una cifra modesta, niente più che la platea di un teatro di provincia. Eppure dei ventuno ammessi dal Comitato di Garanzia il 16 settembre, nessuno oltre a Conte è arrivato al traguardo.
Gli altri, che già erano passati dalle settantasette autocandidature iniziali al setaccio dei ventuno, si sono fermati lì. C’era la signora Maria che scriveva “Eccomi” come Maria di Nazareth, e che forse ha raccolto il coro della parrocchia ma non oltre. Jack Cardigan, cantautore bolognese, non ha superato il giro degli amici del circolo musicale. Un ex candidato comunale ha racimolato i cugini e i compagni di calcetto, ma a quota cinquecento non ci è arrivato. I pensionati senza foto si sono arresi dopo pochi tentativi, e i curricula tempestati di puntini di sospensione non hanno convinto neppure i firmatari più benevoli. Nessuno ha raggiunto il numero richiesto. Cinquecento firme non sono poi tante: il pubblico di una partita di promozione, un piccolo gruppo Facebook, una manifestazione scolastica ben riuscita. Eppure, per i venti aspiranti presidenti, sono state una montagna insuperabile. L’elezione che voleva confermare la democrazia interna del Movimento è diventata un atto notarile. Uno vale uno, certo. Ma entro le 16 di lunedì, l’unico che valeva era lui. Giuseppe Conte. “Si procederà per acclamazione”. Ma va?

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