Il racconto

I veleni di Vannacci. Anche Fedriga: "No alla vannaccizzazione". Giorgetti: "Sembra un circo"

Carmelo Caruso

Continua a spaccare il partito, si fa intervistare dalla Boccia, infarcisce le liste con fuoriusciti di FdI, ex sgarbiani. Salvini, che non controlla più Vannacci, anziché moderare il generale, ammonisce Attilio Fontana: "Hai sbagliato". 

Per dirla alla Attilio Fontana: col cazzo che è un leghista. Vannacci risponde a Vannacci. Farà nascere i No vannax. Recluta lo scarto, dello scarto, di FdI, e lo traveste da Lega; rilascia interviste “esclusive” a Maria Rosaria Boccia (forse si vannaccizza pure lei) la sua nuova Camilla Cederna, e non deve chiedere permesso. E’ da leghisti? Umilia la capogruppo Lega in Toscana e mostra i pieni poteri di Salvini: “Mi ha incaricato lui”. Sapete che dice Giancarlo Giorgetti, nella sua Varese, tenendosene a distanza? “Ormai sembra tutto un circo”. Anche Massimiliano Fedriga ripete in queste ore, e lo ha già detto al Festival delle Regioni: “Bisogna leghizzare Vannacci e non vannaccizzare la Lega”. Anziché chiamare il generale, a rapporto, Salvini ha telefonato a Fontana, il nuovo Cambronne, e lo ha ammonito, “Hai sbagliato”, per poi ordinare ai leghisti: “Nessuno replica al generale”. Vannacci avvelena i pozzi e Salvini fa bere l’acqua. 

 

Sta facendo entrare più “irregolari” Vannacci, che uno scafista; distribuisce più candidature lui che passaporti la Questura. Quale segretario di partito si sognerebbe di dire, come ha lasciato fare Salvini a Vannacci: “Metti fuori dal listino bloccato la più competente dei nostri”? Si chiama Elena Meini e cinque anni fa era candidata della Lega, capogruppo in Consiglio, e cinque anni dopo si trova a correre senza paracadute, estromessa dal listino bloccato. Gareggerà ugualmente. Il segretario regionale della Lega Toscana è Luca Baroncini, ma con Vannacci, gli è rimasta solo la firma, che dovrebbe mettere in calce alle liste. Non è colpa sua. E’ così che ha deciso il capo. Ma chi è il capo, in Toscana? Salvini o Vannacci? Due giorni fa ha rinunciato alla candidatura, un altro  consigliere leghista, Massimiliano Baldini, e anche Baldini, come Attilio Fontana, nel suo strepitoso “col cazzo che vannaccizziamo la Lega”, ha contestato la “vannaccizzazione” del partito.

 

La Lega in Toscana si presenta con un listino bloccato e verranno eletti i primi due, se va bene, tre. Ma non verrà eletto un leghista. Nel listino bloccato, elezione certa, è stato candidato, Cristiano Romani, una specie di aiutante di campo di Vannacci, il vicepresidente della sua associazione, uno che conosce cinquanta sfumature di destra. Viene da An e ha cercato in tutti i modi di entrare in FdI, senza successo, fino a quando Vannacci l’ha fatto cadere da cavallo: seguimi! L’altro capolista della Lega, a Firenze, che sarà inserito nel listino bloccato, è Tommaso Villa, che quantomeno si è scelto un generale più generale di Vannacci. E’ da sempre un allievo di Denis Verdini. Un altro protégé di Vannacci è Massimiliano Simoni. E’ stato il candidato sindaco a Pietrasanta, consigliere comunale di FdI, e ora lavora a Bruxelles con Vannacci. Candidato blindato. A eccezione di Villa, che come pedigree ha Verdini, il resto del manipolo non ha voti, riempie le bacheche social di foto insieme al generale, scaracchia contro i migranti come fa questo Romani che scrive: “Qui ci vogliono i fatti. Arresti e deportazione di massa. Unica soluzione”. Giorno 12 si chiudono le liste toscane e l’unica ragione che hanno leghisti per votare  è questa: “Battiamo Vannacci con le preferenze”. E’ da mesi che scriviamo, fino alla noia, di tutti questi squinternati, dei nomi mezzi fasci che scelgono per battezzare i loro team, ma ogni giorno se ne aggiunge uno nuovo. A Pavia, l’ultimo arrivato, l’ultimo sottotenente di Vannacci, è Luca Sforzini, ex candidato con la lista Sgarbi, un dandy, un esteta (ci sono pure loro) un altro che voleva candidarsi sindaco di Pavia con FdI. Volete ridere? Si ritwittano fra di loro: Romani rilancia Luca Sforzini che è l’account “Luca Sforzini- Arte Valutazione quadri dipinti e perizie”. A Varese, che è la città di Giorgetti e Fontana, i team Vannacci sono addirittura due (hanno già fatto la scissione della scissione) e la generalessa è Cristiana Bardelli (prima Lega poi Italia Viva ora Vannacci). Dopo le parole di Fontana ha postato un video per rivendicare che “il termine vannaccizzare è nato qui a Varese”. Nel video si presenta in tuta mimetica e conclude: “La vannaccizzazione è inarrestabile”. In questo circo manca solo Maria Rosaria Boccia, la donna che ha fatto dimettere Sangiuliano, e infatti c’è. Da due giorni fa sapere, tramite clip video, della sua intervista esclusiva a Vannacci con tanto di domanda: “Generale, ci candidiamo?” e si capisce che è un gioco (o forse no). Quello che la Lega pensa di Vannacci è noto: “Arrivati alle politiche chiederà a Salvini di candidare un suo reparto e poi: o si prende la Lega o si fa il partito”. Vannacci non risponde a Salvini e lo sa anche Salvini. Già a luglio, Salvini gli aveva chiesto: “Generale, meno” e si era irritato per le sue interviste. Ogni volta Vannacci, come ora, rispondeva: “Niente polemiche. Andremo avanti tutti insieme”. Ma insieme, chi?”. Salvini chieda a Fontana quanti leghisti gli hanno scritto, privatamente, quanto di loro (solo Centinaio, Romeo e Fedriga hanno alzato pubblicamente la testa) gli hanno detto: “Bravo!”. Non deve temere loro ma quelli che non hanno scritto a Fontana, quelli che iniziano a pensare: “La colpa non è di Vannacci. Dice le stesse cose di Salvini. Vannacci? E’ solo un Salvini più fresco”. 

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio