Quando Francesco Boccia tradì la scienza

Luciano Capone

In una lettera a Rep. accusa la destra di tradire il metodo scientifico, ma il capo dei senatori del Pd è stato protagonista di un plagio accademico in un concorso universitario

Il capo dei senatori del Pd Francesco Boccia ha pubblicato su Repubblica una lettera dal titolo: “Quando la politica tradisce la scienza”. Il testo è una giusta e doverosa critica al governo Meloni per la nomina nella commissione sui vaccini di medici scettici sulle vaccinazioni e, più in generale, per l’approccio antiscientifico della destra su varie questioni: “Senza fiducia nella scienza non c’è futuro possibile per la democrazia”, conclude Boccia.

Il Pd fa bene ad alzare la bandiera del metodo scientifico, ma forse farebbe meglio a trovare un altro sbandieratore. Perché Boccia è stato protagonista di un episodio a dir poco spiacevole: un plagio scientifico. L’ex ministro ha vinto un concorso da professore associato presso l’Università del Molise presentando una articolo scientifico, pubblicato a suo nome in una collana della Liuc di Castellanza che, però, era la fusione di brani di lavori di altri autori non citati come fonte.

Colto con le mani nella marmellata, Boccia si difese prima goffamente e poi aggressivamente: prima modificò il cv definendo l’articolo incriminato una “lettura consigliata”, poi disse di aver inviato la lista delle pubblicazioni distrattamente, infine querelò per diffamazione un docente universitario (poi archiviato) che aveva continuato a sollevare la questione del plagio. Alla fine l’Università Liuc dichiarò “retracted” (ritirato) l’articolo di Boccia: è la procedura generalmente usata in caso di frode scientifica. Il titolo della lettera di Boccia a Rep. – “Quando la politica tradisce la scienza” – ha un amaro sapore autobiografico.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali