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Editoriali

Levateje il Levante. La pessima idea della Fiera di interdire Israele (e non solo)

Redazione

Le polemiche per la mancata coerenza con altri paesi non democratici ammessi. Le pressioni politiche locali e i dubbi su discriminazione e strumentalizzazione istituzionale dietro la decisione

Nessun altro paese è stato interdetto dalle attività economiche e istituzionali della Fiera del Levante”. Si conclude con questa frase il comunicato stampa con cui la Nuova Fiera del Levante ha voluto rendere “trasparente” la sua scelta “etica” di escludere Israele dalla prossima edizione della campionaria “internazionale” barese. Il presidente della Fiera Gaetano Frulli ha deciso escludere lo Stato di Israele dalla prossima edizione come presa di distanza dal “genocidio in corso”. Mentre potranno partecipare Cina, Russia, Iran, Corea del Nord, e tutti gli altri paesi che dichiarano guerra o violano diritti umani. Anche se difficilmente lo faranno, essendo ormai la Fiera del Levante poco attrattiva: a un mese dalla 88esima edizione ancora non sono stati pubblicati gli stand.

L’ente Nuova Fiera del Levante è partecipata dalla Camera di Commercio di Bari e Fiera Bologna, che nel 2017 dal mondo delle cooperative rosse emiliane venne in soccorso di Emiliano e Decaro. Ma è ancora appannaggio della politica locale attraverso svariate forme di sovvenzionamento. La Regione Puglia solo un mese fa è stata bacchettata dalla Corte dei conti per i pagamenti di fitto “non congrui” di diversi padiglioni. Come quelli non ancora liberati per l’ospedale Covid. Per questo forse il presidente Frulli non ha potuto dire di no alla pec che gli è arrivata dal sindaco di Bari per chiudere le porte a Israele. A pochi giorni dalla consegna delle chiavi della città di Bari a Francesca Albanese. E dopo che lo stesso Emiliano ha chiesto a tutti gli uffici della Regione di interrompere ogni rapporto commerciale con Israele. Questa sarà l’ultima edizione aperta dal governatore magistrato. Ogni anno alla cerimonia d’apertura prende parte il presidente del Consiglio o un suo delegato, quasi l’avvio del nuovo anno politico. Chissà se la premier Meloni avrà qualche cosa da dire, a proposito di quella che ormai pare una vera discriminazione della Puglia verso lo stato di Israele.

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