
(foto Ansa)
l'intervista
Occhiuto: ““La mia ricandidatura contro fango e immobilismo. Ho la fiducia di Meloni. No ad accordi con Calenda ”
Il presidente dimissionario della Calabria: "Con il leader di Azione ho un ottimo rapporto ma mi ha attaccato e un accordo non si può fare. Il ritorno alle urne? Ho deciso con Meloni, Salvini e Tajani. A sinistra troppa confusione. Rigassificatore a Gioia Tauro? L’ho detto a Urso, noi ci siamo”
“Affronto la campagna elettorale con grande tranquillità, perché invece di fare promesse potrò rivendicare il lavoro fatto in questi quattro anni. Mentre vedo che nel centrosinistra c'è grande confusione. Sarebbe molto difficile per loro governare la Calabria in questo modo”. Lo dice ostentando grande fiducia, il presidente uscente della regione Roberto Occhiuto. Toccato da un’accusa di corruzione, si è dimesso per tornare alle urne a ottobre. “I consiglieri di maggioranza sono scontenti e ci sono insofferenze? Capisco non faccia piacere vedere una consiliatura che finisce così, ma è una decisione che ho preso con Meloni, Salvini e Tajani”, spiega l’esponente di Forza Italia. Calenda vi sosterrà? “Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, poi qualche settimana fa mi ha attaccato duramente e dunque un accordo con il suo partito non è possibile. Ma non ho preclusioni nei confronti dei consiglieri regionali di Azione che in questi anni mi hanno sostenuto lealmente”.
In questo colloquio con Il Foglio il presidente della Calabria parte proprio dall’inchiesta della procura di Catanzaro in cui è rimasto coinvolto. “In un paese civile non ci si dovrebbe dimettere per un avviso di garanzia, non dovrebbe costituire un logoramento o scoraggiare i dirigenti dalla firma. Pensiamo solo alle esperienze politiche o alle storie di tante amministrazioni che avrebbero potuto avere un’evoluzione ben diversa aspettando le sentenze e i proscioglimenti, a partire proprio dalla Calabria”, ragiona l’esponente forzista. “Nel mio caso ho deciso di dimettermi perché il rischio di restare immobili per un anno era alto. E capisco che ci sarà qualcuno che adesso vorrà gettarmi fango addosso, ma preferisco che i calabresi vadano alle urne avendo negli occhi il lavoro fatto negli ultimi quattro anni. Dagli ospedali che esistevano da vent’anni solo sulla carta e che noi siamo riusciti a costruire, come quelli di Sibari o Vibo Valentia, al rilancio degli aeroporti e ai numeri record del turismo”. Eppure è lo stesso presidente dimissionario a riconoscere come in Calabria non sia tutto rose e fiori. “Di certo anche in ambito sanitario ci sarà bisogno di fare ancora di più. Ma è qualcosa a cui siamo preparati, avendo risanato i bilanci di tutte le aziende sanitarie dopo anni e anni di contabilità orale”.
Scendiamo, però, sul terreno della politica. A sinistra litigano con tanto di vocali in cui ci si accusa tra Avs, Pd e M5s. “Vedo una grande confusione. Spesso sono stato accusato di essere un decisionista, ma per governare una regione come la Calabria hai bisogno di prenderti le tue responsabilità. E invece come potrebbe governare un centrosinistra che per ogni decisione deve riuscire a mettere attorno al tavolo i 12 segretari o coordinatori di ogni partito o movimento?”, sottolinea Occhiuto. Il quale però qualche grattacapo ce l’ha anche all’interno della sua coalizione, il centrodestra, visto che le dimissioni e la fine anticipata del Consiglio regionale non hanno fatto granché piacere agli esponenti locali della stessa maggioranza. “Capisco che veder terminare un’esperienza un anno e mezzo prima, dovendosi di nuovo sottoporre al giudizio degli elettori, non abbia suscitato grandi entusiasmi, sicuramente inferiori ai miei. Non era una cosa che si aspettavano in molti, ma sono arrivato a questa decisione dopo averla concordata con Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani”. Nella consiliatura uscente la maggioranza godeva anche del supporto del gruppo di Azione. Eppure in questa campagna elettorale il governatore è intenzionato a fare a meno di Calenda. “Premetto che ho sempre avuto un ottimo rapporto con Calenda e che lui mi ha manifestato più volte apprezzamenti, parlando della Calabria come un esempio di buon governo. Ciò detto, credo che Calenda abbia una grande sfortuna che appartiene a pochissimi: la capacità di dire o fare cose sbagliando sempre i tempi. Qualche mese fa mi aveva cercato ma non eravamo riusciti a vederci. Recentemente, invece, quando è venuto in Calabria mi ha sferrato un attacco durissimo. Al ché io l’ho chiamato per parlargli”, ragiona ancora il presidente Occhiuto. “Io guardo positivamente all’allargamento a una forza moderata, riformatrice, credo possa essere una ricchezza per il centrodestra. Ma credo anche che questo incidente farà sì che non ci possa essere alcun accordo con Azione per le elezioni di ottobre. Ragionamento diverso si potrà fare con i singoli consiglieri regionali”.
A proposito di campagna elettorale, poi, Occhiuto ci tiene a precisare che “il mio avversario è il centrosinistra, non la magistratura che fa il suo lavoro”. E in termini di priorità, ha chiare quali potrebbero essere le opportunità da sfruttare per la sua regione. Qualora fallisse l’accordo di programma per il rilancio dell’ex Ilva a Taranto, Gioia Tauro si farà trovare pronta? “Con il ministro Urso c’è stata un’interlocuzione costante e già da tempo ho espresso la mia disponibilità a raccogliere gli investimenti per oltre un miliardo di euro che potrebbero ricadere sul nostro territorio”, conclude il presidente della Calabria. “Abbiamo già in pancia un rigassificatore terrestre che potrebbe essere attivato domani. Potremmo così mettere le basi per la costruzione di una piastra del freddo che darebbe grande sviluppo al nostro retroporto. La solita sinistra ideologica dice no. Io invece la considero una grande opportunità per tutta la regione”.