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Poco Fratelli d'Italia, i baby Meloni occupano la sede. Dispetti e Polizia
I militanti della giovanile di Fratelli d’Italia si barricano a via di Sommacampagna 29, luogo storico da cui sono passati i principali esponenti della destra italiana. In strada c’erano polizia e Digos, almeno dieci agenti, in divisa e in borghese. Alla fine, dopo l'intervento del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, Gioventù nazionale non sarà sfrattata
Scena insolita per il partito di Giorgia Meloni che tanto si è battuto con il decreto Sicurezza per inasprire le pene contro chi occupa. E invece ieri mattina, come svelato dal Foglio, i militanti di Gioventù nazionale, la giovanile di Fratelli d’Italia, si sono barricati nella sede di via di Sommacampagna 29, luogo storico della destra italiana. In strada c’erano polizia e Digos, almeno dieci agenti, in divisa e in borghese. La nuova segreteria romana di FdI, diretta dal deputato meloniano Marco Perissa, aveva deciso di spostare la costola giovanile del partito e la sede della federazione romana da via di Sommacampagna alla Garbatella, storica sezione dove la premier mosse i primi passi in politica, in attesa di trovare un nuovo appartamento per il partito della Capitale, senza fornire rassicurazioni ai ragazzi. La decisione formalmente è stata presa dalla fondazione di Alleanza Nazionale, che è titolare di tutti gli immobili e di cui fa parte – nel board – anche Arianna Meloni. Da quando mesi fa è stata presa questa decisione è iniziata la guerra tra i ragazzi (vicini all’area del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli) e il partito dei grandi guidato da Perissa, con dispetti e cambi di serrature. Fino al blitz dell’altra notte, quando i baby meloniani hanno trovato le serrature cambiate e hanno deciso di entrare, con le maniere forti, occupando la sede. Da Via della Scrofa è partita la chiamata alle forze dell’ordine.
Via Sommacampagna – con le sezioni di Acca Larentia e Colle Oppio – è uno dei luoghi storici della destra romana e italiana, dove hanno mosso i primi passi molti esponenti della classe dirigente di FdI ora al governo, e alcuni protagonisti della storia dell’Msi. Sede negli anni ‘70 del Fronte della Gioventù, era gestita da Teodoro Buontempo, che da quei locali trasmetteva Radio Alternativa, la radio indipendente di destra. Fu lui a chiamare a via Sommacampagna Maurizio Gasparri, allora liceale, con il compito di occuparsi delle scuole, a cui Gianfranco Fini portava, proprio in quella sede, i volantini da distribuire negli istituti per conto del partito. Frequentava quella sezione anche Giovanbattista Fazzolari, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro di Meloni, che conobbe quando era era responsabile romano di Fare fronte-Azione universitaria, e di cui appoggiò la candidatura al congresso di Viterbo del 2004 con cui la premier fu eletta responsabile dei giovani di An, battendo Carlo Fidanza. Anche Gianni Alemanno vi arrivò giovanissimo. In quelle stanze conduceva con Buontempo un programma di controinformazione per Radio Alternativa che andava in onda fino a notte fonda. In quegli appartamenti c’è ancora la scrivania su cui Paolo di Nella fabbricò i manifesti che stava affiggendo quando fu ucciso per motivi politici nel 1983. Negli anni 70 anche una giovanissima Francesca Mambro passò per quella sezione, prima di abbandonare l’Msi e fondare i Nar. “Ci conobbi dei ragazzi simpaticissimi”, racconterà. “Eravamo fedeli al partito, ma la contestazione già serpeggiava”. Negli anni di piombo, in cui i simboli erano anche bersagli, un gruppo di sinistra di Autonomia operaia assaltò la sede, incendiandola. Era il 1977, uno degli anni più bui e con più vittime della violenza politica.
Contendersi quei metri quadrati, oggi, è quindi qualcosa di più di una diatriba per quattro mura, è anche e soprattutto un braccio di ferro fatto di simboli e memoria. Dopo la notizia lanciata da questo giornale i vertici di FdI hanno parlato di “banali incomprensioni”. Rampelli ha diffuso un comunicato in cui ha spiegato che la sede “negli ultimi tempi ha avuto la temporanea coabitazione con la Federazione romana di FdI. La Fondazione An dopo la rinuncia di FdI Roma ha semplicemente ripreso possesso dei locali, ignorando che una metà della sede è tuttora quotidianamente frequentata dai ragazzi di Gioventù nazionale. Un equivoco cui si è immediatamente posto rimedio con il mio intervento”. Anche Perissa ha gettato acqua sul fuoco, ma non sulla Fiamma, certo. Alla fine Gioventù nazionale non sarà sfrattata.

La telefonata da Berlino