
Il dilemma del centro
Sinistra, destra, no lista. Le geometrie variabili di Azione alla regionali
In Campania il centrodestra potrebbe proporre un candidato centrista per convincere Calenda. Nelle Marche il partito è diviso e senza lista. Lo stesso rischio anche in Calabria
Dopo le Marche, Azione potrebbe ritrovarsi senza una propria lista anche in Campania, Calabria e Puglia. A livello nazionale, l’obiettivo di Carlo Calenda, almeno sulla carta, è chiaro: creare un terzo polo che, alle politiche del 2027, faccia sì che nessuno dei due schieramenti possa vincere ed essere così determinante per la formazione del governo. Vista la legge elettorale in vigore e i numeri dei sondaggi più recenti, quella del leader di Azione sembra una strategia velleitaria. Intanto, però, questa impostazione nazionale si rispecchia anche nelle scelte per le prossime elezioni regionali: Azione non è nel campo largo, non è nel centrodestra, eppure potrebbe essere presto un po’ in tutte e due. E però il vero rischio è che alla fine il partito di Calenda si ritrovi in diverse regioni senza liste. Nelle Marche è già avvenuto: Azione non si presenterà. Il motivo ufficiale è che al partito di Calenda non piace nessuno dei due candidati: né il dem Matteo Ricci, né il meloniano Francesco Acquaroli. Ma i più maliziosi dicono altro: il rischio era quello di spaccare il partito. E, in effetti, i dirigenti locali di Azione saranno più o meno equamente distribuiti – con un certo favore verso il candidato di FdI – nelle liste civiche dei due candidati.
In Toscana, invece, ormai già da tempo, Azione sostiene la ricandidatura del dem Eugenio Giani con un progetto politico, ‘Avanti con Giani presidente’, che tiene dentro anche Più Europa, repubblicani e socialisti. Lo stesso, quasi certamente, non avverrà in Campania – dove Calenda proprio ieri ha espulso il consigliere Pasquale Di Fenza, colpevole di aver pubblicato su TikTok un video trash dal suo ufficio con l’influencer napoletana Rita De Crescenzo. Il leader di Azione lo ha detto chiaramente: “Noi non sosterremo mai la candidatura di Roberto Fico”. E, dato che difficilmente il candidato sarà un altro, nel centrodestra sono già partite le manovre per convincere Azione a passare dall’altra parte. Per farlo servirebbe, però, che il candidato sia un civico dalla spiccata autorevolezza. Un’ipotesi sulla quale, proprio ieri, dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno, ha fatto una timida apertura anche il plenipotenziario di FdI in Campania e aspirante candidato presidente, il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, che ha anche fatto un invito a Calenda: “Con Azione si potrebbe stringere un’alleanza programmatica”. A Cirielli, però, non convince l’idea di candidare Giosy Romano, il coordinatore della Zes unica del Mezzogiorno, che piace a Lega e Forza Italia e che, spiegano fonti di Azione, piacerebbe anche a Calenda ed Ettore Rosato, l’uomo che segue per il partito il dossier regionali.
Una cosa è certa: con una candidatura centrista, l’ambiguitàò di Vincenzo De Luca e l’eventuale approdo di Azione nel centrodestra, la partita in Campania potrebbe diventare meno scontata di quanto appare. Lo spostamento nel centrodestra di Azione potrebbe avere una certa rilevanza. Forse non determinante come lo fu per la riconferma di Vito Bardi in Basilicata, ma sarebbe comunque un dato politico al quale prestare la giusta attenzione. Se il candidato fosse, invece, Cirielli o un altro esponente del centrodestra, l’ipotesi più probabile è che anche in Campania Azione si ritrovi senza liste.
Ma anche in Calabria esiste un rischio simile. Fino allo scioglimento del consiglio regionale, dopo le dimissioni del governatore forzista Roberto Occhiuto, i due consiglieri di Azione erano in maggioranza. Ma il sostegno del partito di Calenda alla riconferma del presidente è adesso tutt’altro che scontato. I rapporti con Occhiuto sono da tempo ai minimi termini. E però, per Azione sarebbe davvero molto complicato passare a sinistra se davvero il candidato fosse l’ex presidente dell’Inps e capo delegazione in Ue del M5S Pasquale Tridico o, ancora peggio, un esponente di Avs come l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano.
Anche in Puglia si naviga a vista. Per Azione, se Antonio Decaro fosse in campo, la scelta sarebbe scontata: il partito di Calenda sosterrebbe senza difficoltà l’ex sindaco di Bari. E però, i tentennamenti di Decaro, che ha messo il veto alla candidatura nelle sue liste di Michele Emiliano e di un altro ex governatore, Nichi Vendola, potrebbero anche qui complicare le cose. Calenda e i suoi, per adesso, restano alla finestra.