
Il caso
Mentre Meloni annucia la Zes nelle Marche, Ricci pensa di evitare la foto di Pesaro con i leader
Il centrodestra compatto ad Ancona per Acquaroli, nell'altro campo distinguo e cortocircuiti tra M5s e Pd sul candidato che preferisce evitare iniziative tutti insieme
In principio fu la foto di Vasto nel 2011, poi toccò a quella di Narni nel 2019 immortalare il nuovo formato del centrosinistra. Ora rischia di saltare lo scatto di Pesaro. Quello cioè delle Marche, primo appuntamento elettorale dell’autunno. Da Matteo Ricci, ex sindaco della città di Rossini e candidato governatore indagato, si è già allontanato Carlo Calenda di Azione. Tuttavia immaginare che Matteo Renzi, Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Giuseppe Conte saliranno sullo stesso palco appare complicato.
Non solo per la diffidenza che ha il capo del M5s nei confronti del leader di Italia viva. Ma anche perché il primo a non chiedere questo tipo di iniziativa potrebbe essere lo stesso candidato del Pd, alle prese con una campagna elettorale non facilissima.
Mentre la premier Giorgia Meloni si scomoda da Palazzo Chigi accompagnata da Antonio Tajani (con Matteo Salvini in collegamento) per spingere il presidente uscente Francesco Acquaroli verso il bis, il fronte avversario si muove in ordine sparso. Schlein, Fratoianni e Bonelli hanno fatto tappa nelle Marche, separatamente, la scorsa settimana e sicuramente vi torneranno. Così come farà un salto da queste parti Renzi, visto che proprio alla Festa dell’unità di Pesaro, un anno fa, l’ex premier suggellò il suo rientro nel centrosinistra. Al momento i candidati di Italia viva sono contenuti nelle liste civiche che appoggiano Ricci. C’è da capire quando arriverà sull’Adriatico Conte nel complicato ruolo di dare una spinta al M5s (da sempre fiacco alle regionali in termini di percentuali) mantenendo però la linea di rigore sull’indagine che coinvolge l’ex sindaco di Pesaro: “Niente passo indietro per l’avviso di garanzia, ma codice etico da approvare e in caso di rinvio a giudizio trarremo le nostre conclusioni”. Fatta questa premessa è facile capire perché Ricci non brami dalla voglia di vederseli tutti insieme alle sue spalle i leader del campo largo. Una foto di famiglia che potrebbe essere controproducente. D’altronde i sondaggisti si trovano divisi sulla strategia che dovrebbe adottare Ricci. Per molti esperti di rilevazioni demoscopiche il candidato del Pd per mobilitare il suo elettorato interno ad andare a votare dovrebbe ricorrere all’orgoglio di una candidatura azzoppata il giorno dopo l’indizione delle elezioni da un’inchiesta giudiziaria: complotto, macchina del fango, giustizia a orologeria. Ma questa strategia cozzerebbe con i princìpi dell’alleato grillino, molto sensibile alle iniziative delle toghe a prescindere. E quindi meglio parlare di sanità e salari, al posto di garantismo e giustizia. Più semplice, visto il quadro così frastagliato.
Al contrario la sintonia – seppur di facciata, chissà – con la quale si muove il centrodestra nelle Marche appare disarmante rispetto a quella delle opposizioni. Ieri la premier Meloni da Ancona ha annunciato, con luciferino tempismo, la decisione di inserire questa regione, insieme all’Umbria, nella Zona economica sociale (Zes). Una mossa da politica navigata, che ha mandato su tutte le furie le opposizioni, ma che ha raccolto gli applausi a scena aperta degli altri partner del centrodestra: nessuno ha alzato un sopracciglio. “Allargare la Zes rappresenta una svolta epocale per le Marche, sarà una spinta poderosa all’economia della regione. Le Marche nei prossimi anni cambieranno volto”, commenta Italo Bocchino, spin doctor di Acquaroli inviato da Via della Scrofa per vigilare sul governatore di Fratelli d’Italia, molto local come profilo in una sfida che si preannuncia sempre di più nazionale, a partire dal classico cortocircuito fra politica e giustizia con una bella inchiesta che grava sul groppone e sul dibattito di questa elezione.
Ecco perché Ricci potrebbe preferire una campagna elettorale in gommone a caccia di voti al posto di un’altra in modalità zattera della Medusa, con tutti i leader delle opposizioni che se le danno di santa ragione mentre lui si sbraccia per arrivare a riva. La campagna elettorale nelle Marche entrerà nel vivo nell’ultimo mese, dopo la presentazione delle liste prevista per il 28 agosto. Tuttavia l’idea che gira dalle parti di Ricci è che per vincere l’unica possibilità sia quella di usare lo schema già proposto da Damiano Tommasi a Verona o da Giacomo Possamai a Vicenza: eventi di gruppo con i leader ridotti all’osso, specie se insieme, tanto porta a porta e pedalare. O remare. Dipende dalla zona, certo.