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Editoriali
“Adesso denigrazione!” L'insensato attacco della destra a Beppe Sala per un giorno al lago
Una domenica sul lago non significa che il sindaco non sia impegnato a trovare soluzioni ai problemi e alle scadenze più urgenti dell’amministrazione. Uno scandalo solo per spirito di pura denigrazione personale
Il sindaco di Milano Beppe Sala ha passato la prima domenica di agosto sul lago Maggiore. Su questa non-notizia dai giornali di destra si è costruita una specie di interpretazione arrischiata, che ha portato per esempio Libero a titolare: “Beppe Sala, arresti e Milano che crolla? ‘Ora relax!’, così sul lago Maggiore”. Non varrebbe nemmeno la pena di soffermarsi su queste speculazioni se non fosse che rivelano un atteggiamento incivile e anche stupido, per quanto purtroppo diffuso a livello popolare, che punta a delegittimare le persone oggetto di indagine dipingendo a tinte negative ogni loro azione. Si vuole fare intendere che Sala non si rende conto delle difficoltà che deve affrontare la sua amministrazione in seguito alle inchieste che hanno investito l’urbanistica milanese. Naturalmente non è così, e una domenica sul lago non significa che il sindaco non sia impegnato a trovare soluzioni ai problemi e alle scadenze più urgenti dell’amministrazione. Ed è persino normale la ricerca di un po’ di serenità in mezzo alla tempesta. Sala, che non si sa nemmeno bene di cosa sia accusato, è, come tutti gli indagati, innocente fino a sentenza definitiva, è nel pieno esercizio delle sue funzioni di sindaco.
Naturalmente è lecito commentare il modo in cui le esercita, ma non può essere dipinto come un menefreghista solo per sminuire la sua figura istituzionale e la sua reputazione. Sala è impegnato a cercare una intesa tra le forze della sua maggioranza che consenta di gestire in modo efficace gli ultimi due anni del suo mandato, ha avuto incontri e confronti impegnativi durante la settimana scorsa e probabilmente ne avrà altri anche nel mese tradizionalmente dedicato alle ferie. Sa più di ogni altro che Milano non si può fermare, e ha coscienza dei limiti che le inchieste e la propaganda che le accompagna pongono all’amministrazione. Un giorno di riposo per poter affrontare il suo compito con più serenità non può essere considerato uno scandalo, senza nessuna ragione ma solo per spirito di pura denigrazione personale.