
Il gup Conte
Conte vuole "assolvere" Ricci. Il Pd aspetta, lo prega, e spera
Il leader del M5s vuole chiudere un occhio sull'inchiesta riguardante il candidato del Campo largo nelle Marche. Come un giudice dell'udienza preliminare, studia le "carte" e convoca i suoi per emettere sentenza. Il Pd è appeso al suo giudizio
Matteo Ricci sulla via dell’assoluzione. Non in tribunale, s’intende, ma in via Campo Marzio: in casa Cinque Stelle. Giuseppe Conte, infatti, non ieri era alla camera dei Deputati, bensì barricato nella sua camera di consiglio in attesa che Ricci chiarisca la sua posizione con la procura. Conte era nella sua stanza a leggere, studiare, esaminare “le carte”. E cioè il materiale dell’inchiesta – ribattezzata Affidopoli – riguardante l’ex sindaco di Pesaro, attuale eurodeputato dem, sinora candidato del centrosinistra alla presidenza della regione Marche. Ricci raggiunto da un avviso di garanzia per gli affidamenti diretti a due associazioni culturali nel corso della sua amministrazione. Ricci, dunque, la cui dubbia probità potrebbe compromettere – per il leader del Movimento – l’alleanza marchigiana con il Pd. Il tutto a pochi mesi dalle urne.
Da quanto risulta al Foglio, però, se le cose restano come sono – se dunque si confermasse il poco pesante capo d’accusa – il gup Conte emetterà sentenza di non luogo a procedere. “Se non emerge nulla di diverso da quanto sembra e si legge sui giornali, Giuseppe lo assolve”, confermano parlamentari dei più vicini. I quali, ieri pomeriggio, sono stati convocati dall’ex presidente del Consiglio che ha voluto sentirli uno a uno. Tutto va in direzione del proscioglimento – dicono loro – “è solo che Giuseppe vuole essere certo che non emerga nient’altro”. Vuole confrontarsi con tutti, poi, prima di sciogliere la riserva. Ed ecco dunque che se Schlein è col fiato sospeso, se Ricci ha il respiro corto, e se il Campo largo è vieppiù minato, al Comitato di Salute Pubblica ragionano, esaminano, sentenziano. E stavolta vorrebbero optare per la magnanimità.
Tra quindici giorni si dovrebbero depositare le liste elettorali, e quella di Ricci, ai parlamentari consultati dal capo, sembra più che altro un’ingenuità. Rien de grave, nello spirito giacobino. Intorno alla camera di consiglio, comunque, l’aria è densa. Conte fa sapere di reputare la vicenda “politicamente delicata”. Al punto che ci si stranisce, intorno a lui, allorché si domandi se non sia in atto un’altrettanto “delicata” – o raffinata – opera di sciacallaggio. Come dire, un lieve opportunismo politico del Movimento ai danni del sempre più gracile alleato (non foss’altro che per le dichiarazioni e richieste di dimissioni di Beppe Sala in seguito alle inchieste di Milano, Torino, Bologna: indagini che mettono fuoco in casa bruciata: il Pd). Fonti vicine al capo riportano che egli trova “perlomeno curiosa” l’accusa di opportunismo. E che la sentenza in arrivo sarà invece “ben ponderata”. Sentori d’assoluzione, intanto, si colgono nelle dichiarazioni del coordinatore regionale del M5s Giorgio Fede che – pur ribadendo quanto la legalità sia l’astro polare – dice: “Un avviso di garanzia non è un rinvio a giudizio”, e ancora: “Speriamo che si possa sciogliere presto la riserva, perché il tempo a disposizione è poco”.
Lato Pd, per contro, s’invoca la grazia. Le Marche sono l’ennesimo Ohio. Il swing state da recuperare. Si spera perciò che l’inflessibile Conte attui una deroga. Così la pesarese, ex deputata dem, Alessia Morani: “Conte abbia fiducia in una persona perbene qual è Matteo Ricci, un bravo amministratore, una persona onesta e retta”. Più che una difesa, quasi una supplica. Una preghiera a Conte l’inflessibile. Dalla cui camera di consiglio, però, esala oggi profumo d’assoluzione. Speriamo (per il Pd) che non sia solo una profumiera.
