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La polemica
Nordio attacca la Cassazione dopo le critiche del Massimario: “Irriverente verso Mattarella”
L'intervento dell'organo sul Decreto sicurezza “è stato irreverente verso il presidente della Repubblica” per il ministro della Giustizia: “Non ha nessuna legittimazione a pronunciarsi in via preventiva sulla costituzionalità delle leggi, e tantomeno sul loro contenuto politico”
L'intervento dell'ufficio del Massimario della Cassazione sul Decreto sicurezza “è stato irreverente verso il presidente della Repubblica, perchè contiene critiche radicali sul decreto sicurezza, sia sulla sua necessità ed urgenza, sia sui suoi contenuti, ritenuti manifestamente incostituzionali". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in un'intervista a Il Messaggero, sulla scia delle polemiche nate dal duro commento dell'ufficio sul pacchetto di norme. In un documento da 129 pagine circolato la scorsa settimana, l'organo –che si occupa di redigere relazioni a supporto delle decisioni della Suprema corte – sottolineava infatti “l'evidente mancanza dei presupposti costituzionali dei casi straordinari di necessità e urgenza" del provvedimento, evidenziando anche problematiche legate “all'estrema disomogeneità dei contenuti del testo”.
Se queste criticità ci fossero state davvero “il presidente sarebbe stato il primo a rilevarli, e invece non l'ha fatto”, ha proseguito Nordio, affermando che “l'ufficio del Massimario della Cassazione ha competenza soltanto nel raccogliere le massime di giurisprudenza, in modo da fornire anche ai giudici di merito un'adeguata informazione e un indirizzo possibilmente omogeneo. Se redige delle relazioni sulle novità normative può farle solo sotto un profilo di tecnica redazionale, perchè non ha nessuna legittimazione a pronunciarsi in via preventiva sulla costituzionalità delle leggi, e tantomeno sul loro contenuto politico”. Di conseguenza, per il Guardasigilli, “questo è un vero oltraggio al Parlamento sia pur espresso nel linguaggio aulico del giuridichese”. Dichiarazioni in forte contrapposizione con quelle di Margherita Cassano, prima presidente della corte di Cassazione, che lunedì al Corriere della sera ha chiarito: “Nessuna invasione di campo. È dal 2003 che il massimario svolge questo tipo di attività ogni volta che c'è una nuova legge. Mi meraviglio che il ministro che ha esercitato per lunghi anni l'attività di magistrato, si mostri incredulo di fronte a quella che è un'attività istituzionale dell'ufficio studi della corte di Cassazione”.
E proprio “incredulo” si era detto Nordio subito dopo la notizia delle criticità rilevate dall'organo, avvisando poi di aver dato mandato all'ufficio di Gabinetto del ministero di acquisire la relazione dell'ufficio del Massimario e di conoscerne l'ordinario regime di divulgazione. “Io mi sono dichiarato incredulo proprio perchè non immaginavo una simile interferenza. Ma in realtà sono abituato a certe esondazioni di alcuni ex colleghi– ha continuato il ministro – quello che mi ha stupito è stato l'atteggiamento dell'opposizione, che non si è accorta di quanto sia stata umiliante un'adesione pronta e incondizionata a un intervento che scavalca la stessa politica. L'opposizione ha tutto il diritto, e anche il dovere, di criticare in modo severissimo le nostre iniziative. Ma in questo modo manifesta una subordinazione pavloviana, che riduce la sua funzione al rango di portavoce gregario di un gruppo di studio di togati”, ha concluso.
Quello del Guardasigilli è l'ultimo dei tanti attacchi, particolarmente aggressivi, che vari esponenti di maggioranza hanno lanciato negli ultimi giorni contro l'ufficio del Massimario. Talmente tanti da infastidire la stessa premier Giorgia Meloni, che – come spiegato dal Foglio–preferirebbe che certe uscite venissero ponderate e misurate, o meglio calcolate secondo l’effetto che producono. Specialmente quando al centro della polemica non c'è una bocciatura da parte del Quirinale o dalla Corte costituzionale, ma di un centro studi. Le cui relazioni, peraltro, “possono essere perfettamente disattese in sede di giudizio secondo l’interpretazione che il singolo giudice può dare del caso chiamato a decidere", si legge in un dossier di Fratelli d'Italia visionato da questo giornale .“Il lavoro che questo governo sta portando avanti nell’interesse degli italiani non si fermerà di fronte alle posizioni di singoli giudici, animati evidentemente da intenti politici”, hanno concluso da Via della Scrofa.


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