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il contro vertice

Conte vs Nato. L'ex premier all'Aia contro il riarmo, tra euroscettici e rossobruni

Ruggiero Montenegro 

Dalla tedesca Sahra Wagenknecht ai comunisti portoghesi e ciprioti. Passando per Sumar (al governo con Sanchez) per gli antisistema greci. I dubbi di The Left e le mire europee del leader M5s che in Olanda organizza oggi l'iniziativa anti Alleanza atlantica

E’ l’armata europea di Giuseppe Conte. Un mondo piccolo ma vario, con sfumature rossobrune ed euroscettiche. Qualche simpatia filorussa e una posa spesso anti establishment. Sicuramente anti Nato. Ci saranno, per citarne alcuni, Bsw della tedesca Sahra Wagenknecht, i comunisti portoghesi e quelli ciprioti, il Partito dei lavoratori del Belgio. Oltre al Partito socialista olandese e poi, dalla Repubblica ceca, Stacilo!. Arriverà anche, tra i primi a sostenere l’iniziativa, Zoe Konstantopoulou, in rappresentanza di Rotta di libertà. E infine ci sono gli spagnoli di Sumar, che fanno parte del governo Sanchéz.
 

L’appuntamento è per oggi, ore 14, all’Aia.  E’ il contro vertice del M5s per dire no alla Nato e al riarmo. Non ci sarà nessuno del Pd, come prevedibile. Ma anche Avs si è smarcato in quanto – lo hanno spiegato i leader Fratoianni e Bonelli – saranno impegnati in iniziative dello stesso segno ma in Italia. Poco male per l’ex premier, impegnato da settimane a intestarsi le piazze italiane per la pace. Ora, accompagnato dai deputati Silvestri e Ricciardi,  proverà a fare un passo in più, a guadagnarsi una dimensione anche europea nel campo pacifista. E chissà che il disegno non sia un po’ più ampio. 

 


Fino a ieri erano una decina, o poco più le sigle ad aver aderito all’appello pentastellato. “Ora l’urgenza è massima, il punto è di non ritorno”, aveva scritto Conte, in una lettera aperta rimbalzata anche su alcuni media europei di primo piano come Politico. Prometteva “azioni politiche concrete” contro la richiesta che sarà formalizzata tra oggi e domani dall’Alleanza atlantica: raggiungere il 5 per cento del pil in spesa militare. Conte si rivolgeva a tutti i progressisti d’Europa, anche se alla fine i progressisti che hanno risposto non sono proprio di prima fascia. Ma anzi, raccontano che pure all’interno del gruppo europeo The Left, quello di cui il M5s fa parte, qualcuno abbia storto un po’ il naso, per questo affondo quasi solitario. La presidente del gruppo europeo Manon Aubry, de La France Insoumise, intanto non ci sarà. Manderà solo un video messaggio.  Mentre la Linke, la sinistra tedesca, non ha esattamente gradito la presenza del partito di Sahra Wagenknecht, e si capisce bene perché. All’inizio del 2024 ha lanciato la sua forza politica Bsw – sovranista, rossobruna e da molti considerata su posizioni filo putiniane (ha chiesto più volte che la Germania non sostenga più l’Ucraina) – dopo aver qualche mese prima rotto proprio con la Linke, portandosi dietro una decina di parlamentari tedeschi. Wagenknecht e i suoi (oggi dovrebbe esserci il capodelegazione Fabio De Masi) ha anche una posizione non esattamente progressista sui migranti. Altre ragioni che alimentano le perplessità di una parte della sinistra. Mentre ha tinte euroscettiche pure il Ps: i padroni di casa, i socialisti olandesi – “gli amici”, come li ha definiti Conte nel suo appello – che si sono adoperati per dare uno spazio all’iniziativa del Movimento. Non hanno nulla a che vedere con Frans Timmermans e in patria sono minoritari, alle ultime europee non hanno conquistato alcuno scranno. Alla protesta pentastellata sono attesi poi i cechi di Stacilo! (sinistra patriottica e d’ispirazione comunista, che vorrebbero la rimozione delle sanzioni alla Russia). Oltre ai comunisti portoghesi e Akel da Cipro. In quota anti sistema si colloca anche Konstantopoulou, nel 2015 a 39 anni la più giovane presidente del Parlamento greco, prima di rompere con Syriza e con Alexis Tsipras. A chiudere il quadro ecco gli spagnoli di Sumar, sinistra radicale ma di governo, con Sanchez.

 

Per il M5s, hanno spiegato, quello di oggi è il naturale prosieguo di un impegno che va avanti da mesi e che nelle ultime settimane si è fatto sempre più significativo, fino a diventare forse la principale cifra del partito in questa fase. Tanto più dopo gli attacchi di Stati Uniti e Israele all’Iran negli ultimi giorni. Ma nei corridoi di Bruxelles non è questa l’unica chiave di lettura. Ed eccoli i dubbi di alcuni pezzi di The Left. La sensazione è che Conte possa utilizzare l’iniziativa anti Nato come un test, anche per rispolverare quel progetto coltivato all’inizio della legislatura europea, e poi messo in soffitta. Quando il leader del M5s provò a creare un nuovo gruppo all’Europarlamento, slegato dalla più tradizionale sinistra europea, con cui non sempre il sentire è comune. Dall’Ucraina (dove la componente scandinava di The Left ha convinzioni assai diverse da quella di Conte) all’immigrazione. Finora il matrimonio ha tenuto, per ragioni di reciproca convenienza, numeriche e non solo. In futuro, chissà. 

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