(foto Ansa)

Il colloquio

Scotto: “Nella piazza contro il riarmo mi sento a mio agio. Il Pd ascolti questa parte della società”

Luca Roberto

Il deputato dem: "Bisogna ascoltare quello che hanno da dire le associazioni che hanno organizzato la manifestazione. L'adesione del Pd alla piattaforma? Ognuno fa le sue valutazioni. Ma c'è uno spazio per un percorso comune"

Mi sento assolutamente a mio agio nello scendere in piazza contro il riarmo. Per di più, accanto a larghi strati della società con cui parlo e mi confronto tutti i giorni”. L’onorevole del Pd Arturo Scotto sarà uno degli esponenti dem che, esclusivamente a titolo personale, parteciperà alla manifestazione di quest’oggi a Roma, organizzata da “Sbilanciamoci”, “Rete Pace e Disarmo”, “Fondazione Perugia Assisi” e “Greenpeace Italia” e che ha raccolto circa 500 adesioni. “Ci sono le Acli, gli Arci, l’AOI, ovvero l’associazione che raccoglie tutte le Ong italiane. Per questo non avrò alcun problema ad esserci. E nonostante le differenze tra chi non si riconosce al 100 per cento in quella piattaforma, credo che lo spazio per condividere un percorso comune ci sia tutto”, aggiunge ancora l’onorevole dem, esponente del nuovo corso schleiniano. Secondo cui sono almeno due le ragioni per cui è importante manifestare la propria presenza, nonostante la “libertà di coscienza” concessa dal Nazareno e nonostante Schlein, impegnata ad Amsterdam in un vertice dei Socialisti europei, non ci sarà. “Noi siamo contro il riarmo su base nazionale perché, e questo lo dice anche l’ex premier Draghi, il piano von der Leyen altro non è che il piano di riarmo tedesco”. In secundis, aggiunge l’ex Articolo 1, “è forte la richiesta di porre fine al massacro a Gaza. E la richiesta è ancor più significativa perché la portano avanti le stesse organizzazioni con cui nemmeno tre settimane fa siamo stati al valico di Rafah, a chiedere il minimo indispensabile: ovvero il cessate il fuoco e l’ingresso degli aiuti umanitari all’interno della Striscia di Gaza”.

 

Eppure, forse anche per l’estrema varietà delle adesioni (vanno dalle già citate Acli all’Anpi, alla Cgil, passando per la Rete#NoBavaglio, i giovani Palestinesi, e poi ancora Banca Etica, i comitati No Triv o il coordinamento per l’Acqua pubblica in Sardegna), il Pd ha scelto di non seguire M5s e Avs e non concedere l’adesione ufficiale. Decisione presa anche in seguito ai malumori manifestati dai riformisti dem, che poco hanno apprezzato la piattaforma di una piazza che si propone di bocciare in toto il piano von der Leyen. “Le associazioni organizzatrici non ci hanno chiesto un’adesione”, risponde Scotto. Ma avrebbe preferito che la segretaria Schlein sposasse comunque la causa? “Ognuno ha fatto le sue legittime valutazioni autonome. Ripeto, nonostante le differenze che ci sono tra i vari partiti io credo che quello sia uno spazio in cui stare. Non credo andando in piazza di fare qualcosa di particolarmente speciale. Anche perché, quelle stesse associazioni non ci chiedono un’adesione formale bensì una vera interlocuzione, un ascolto rispetto ai progetti concreti che portano avanti”, risponde allora Scotto. “Si tratta per lo più di organizzazioni che si occupano di cooperazione internazionale. E che operano non solo in medio oriente ma anche, per esempio, in Ucraina”. Anche se in tanti hanno posto l’accento sulla presenza di manifestanti pro Pal, compreso il Movimento giovani palestinesi, che non ha mai condannato il 7 ottobre e ritiene Hamas un’organizzazione di resistenza. E potrebbe, chissà, rilanciare messaggi d’odio da quella stessa piazza romana. 

 

Oltre a Scotto dovrebbero esserci gli europarlamentari indipendenti eletti con il Pd Marco Tarquinio e Cecilia Strada, insieme all’altro eurodeputato Sandro Ruotolo. Sono tra coloro che più hanno sposato una linea oltranzista in politica estera. E sul riarmo hanno da sempre posizioni inconciliabili con la cultura riformista. “Ripeto, queste stesse realtà organizzatrici della manifestazione sono associazioni con cui io parlo quotidianamente. Che hanno un’esperienza diretta di cosa sono i conflitti in giro per il mondo”, aggiunge ancora Scotto. “Per questo sono le più titolate a esprimersi su un dossier come quello del riarmo. Sanno che non è il riarmo a fermare le guerre, ma anzi che quando rimetti in moto la macchina bellica poi è difficile fermarsi”. I vessilli del Pd, insomma, non ci saranno e saranno sostituti da presenze singole. Ma quella di oggi è anche la piazza del Partito democratico?  “Da questa piazza viene un messaggio di pace che dobbiamo ascoltare”, conclude allora l’onorevole Scotto. “C’è spazio per chiedere una politica di disarmo. E per non considerare il piano di riarmo dell’Unione europea come un fatto irreversibile”.

Di più su questi argomenti:
  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.