
Ansa
L'accordo
Infermieri, solo la Cisl firma il rinnovo del contratto. Zangrillo: "Cgil e Uil isolate”
I sindacati di Landini e Bombardieri isolati dalle altre sigle. "Questo è quello che succede quando si trasforma una battaglia sindacale in una piattaforma politica. Siamo molto contenti del risultato e degli aumenti sui salari", dice il ministro per la Pa
Alla fine l’accordo sulla sanità è arrivato. Con Cgil e Uil da una parte, isolate e rimaste da sole sulle barricate, e la Cisl – insieme alle altre sigle sindacali – dall’altra. “Sono molto contento. Il rinnovo dei contratti era uno dei principali obiettivi che mi sono posto quando sono arrivato al ministero. Stiamo andando avanti”, dice al Foglio Paolo Zangrillo. Dal ministero della Pubblica amministrazione esultano per il risultato ottenuto, per la sigla di un accordo che porterà nelle tasche degli infermieri (e non solo) 172 euro per 13 mensilità, circa 520 euro nel caso degli operatori del pronto soccorso, oltre a una serie di altri riconoscimenti dal punto di vista professionale e sulle condizioni di lavoro.
“La firma del rinnovo contrattuale del comparto sanità per il triennio 2022-2024 riconosce l’impegno straordinario del governo verso i dipendenti pubblici. Un traguardo raggiunto ascoltando le richieste dei lavoratori”, spiega Zangrillo, di Forza Italia, salutando il risultato raggiunto ieri alla fine di un trattativa iniziata nel 2024, lunga circa 16 mesi e segnata fino all’ultimo da tensioni e accuse tra le parti in campo. Cgil e Uil, in una nota, parlano infatti di “lavoratori svenduti, di sconcerto e indignazione”. Ricostruzioni che Zangrillo rispedisce al mittente. “L’accordo garantisce aumenti vicini al 7 per cento. Non solo attenzione per i salari, ma anche verso quegli istituti accessori, come i buoni pasto in smart working e nuove tutele, tra cui patrocinio legale gratuito e supporto psicologico per il personale sanitario”, dice il ministro per la Pa rimarcando l’impegno sulla sicurezza, “con la possibilità per le aziende sanitarie di costituirsi parte civile in caso di aggressioni agli operatori”. Il rinnovo consentirà inoltre di far partire subito la contrattazione per il triennio 2025 -2027. “Con un nuovo aumento del 6,9 per cento, grazie ai 20 miliardi già stanziati nelle ultime due leggi di Bilancio”.
Al di là delle posizioni politiche, del gioco delle parti, per il governo il passo in avanti sulla sanità rappresenta una vittoria, contro quello che lo stesso Zangrillo aveva definito l’“ostruzionismo” di Cgil e Uil, che ieri si sono ritrovate in posizione minoritaria. “Questo è quello che succede quando si trasforma una battaglia sindacale in una piattaforma politica. Quando i sindacati non fanno i sindacati. Tra poco torneremo a parlare dei rinnovi degli enti locali, un altro passaggio importante. Mi auguro che Cgil e Uil abbiano un sussulto di ragionevolezza e ci ripensino”, aggiunge il ministro al Foglio.
Da parte loro, lo hanno ribadito anche ieri, i sindacati di Landini e Bombardieri tirano dritto, annunciando nuove mobilitazioni, che rischiano tuttavia di acuire ulteriormente le distanze dal resto dei sindacati del settore: l’accordo trovato all’Aran è stato sottoscritto infatti (oltre che dalla Cisl) da Nursind, Fials e pure da Nursing Up (tra i più rappresentativi per la categoria) che in una prima fase sembrava allineata a Cgil e Uil, ma ieri ha parlato di una “conquista” e di “svolta”. Antonio De Palma, il presidente, non nasconde i “limiti” dell’intesa, ma spiega che “non firmare significava lasciare migliaia di professionisti senza prospettive. Una scelta di visione”.
Dall’opposizione, e forse non è un caso, fino a ieri sera non si registravano particolari critiche. Mentre sul piano politico-sindacale si conferma un’altra volta la divisione all’interno di quella che un tempo era definita la “triplice”, avversaria di tanti governi. Le differenze di approccio, la “rivolta sociale” della Cgil e il volto dialogante della Uil, si sono fatte più profonde con il passare dei mesi, aggravate dai referendum e rese forse insanabili dalla nomina di Luigi Sbarra a sottosegretario al Sud. Ieri alla lista si è aggiunto un nuovo episodio, quella firma sulla sanità che l’attuale segretaria Daniela Fumarola ha accolto con “grande soddisfazione”, mentre dal palco del congresso regionale della Cisl a Milano rilanciava: “Non serve il muro contro muro, questa sia la stagione del dialogo”. Nelle stesse ore Landini radunava a Roma l’assemblea generale per fare il punto sulla sconfitta referendaria e approvare un documento che impegna la Cgil a “continuare la battaglia per cambiare radicalmente un modello sociale, economico e di sviluppo insostenibile”.