
(foto Ansa)
Il ddl Nordio in Senato
Gasparri su Mattarella. “Il presidente non ha mai manifestato ostilità alla separazione delle carriere”
Il presidente dei senatori azzurri ricorda un Napolitano "più militante" sul tema e crede ci sia "consenso nel paese"
Il ddl sulla separazione delle carriere arriva oggi in Senato e Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di FI ed ex ministro, sa che questo, per il governo e per il suo partito, è “un momento importante”, dice, “visto che la giustizia è una delle nostre priorità”. Si aspetta una discussione accesa, Gasparri, si aspetta “un andamento parlamentare impegnativo”. Non si aspetta che il Colle freni. “Certo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, essendo anche presidente del Csm, segue la materia con particolare attenzione, ma non ho mai ravvisato da parte sua alcuna posizione ostile. Né mi risultano confronti riservati particolarmente accidentati. Almeno, io non ne ho notizia”. E dunque il presidente dei senatori azzurri si aspetta “il coronamento di un percorso, anche se bisognerà aspettare la terza e la quarta lettura e le leggi di attuazione. Non è una passeggiata, ma il passaggio è significativo. Ci aspettiamo delle polemiche, ma siamo corazzati di fronte a un’opposizione molto ideologica”.
Si è parlato molto di Costituzione e di separazione dei poteri. “L’ostruzionismo in Commissione è stato forte”, dice Gasparri, “e anche in passato ci sono state, su questi argomenti, gestazioni complesse, ai tempi in cui al Colle sedeva Giorgio Napolitano, con tutto il rispetto, ovviamente: un presidente della Repubblica, pur nella terzietà del ruolo, non è un’entità astratta e ha i suoi pensieri. Non mi scandalizzo, resto pragmatico”. Diverso, dice Gasparri, il clima oggi. Non tutti, però, a destra, la pensano come lui: qualche mese fa, per esempio, la deputata di FdI Ylenja Lucaselli, sugli schermi de La7, anche se subito corretta dai vertici, ha detto che il presidente Mattarella “usa la Carta per esprimere le sue posizioni” sul governo. “Ho rapporti antichi con Mattarella”, dice Gasparri, “conosco le sue idee. Nessuno è avulso dalla propria storia personale e politica. Ma diciamo che Napolitano era più militante, e lo dico, ripeto, con tutto il rispetto”. Ora la maggioranza dovrà comunque vincere l’ostilità delle opposizioni, anche nel paese. “Intanto ricordiamo, anche per essere capiti dai non addetti, i punti fondamentali e i vantaggi che si otterranno in termini di amministrazione della giustizia”, dice l’ex ministro: “Stiamo lavorando per arrivare a distinguere tra il ruolo del magistrato dell’accusa, il pm che fa le indagini, e il giudice terzo, in modo che diventino mondi separati. Pm e giudice terzo devono arrivare a darsi del lei, come diceva Silvio Berlusconi. E, come diceva Francesco Cossiga, il pm è il magistrato dell’accusa, il giudice è il magistrato che emette la sentenza. Con la riforma si innescherà spero un processo virtuoso — che però richiederà molto tempo per cambiare l’habitus mentale e la strutturazione in percorsi diversi che corrispondono a funzioni diverse”. Cioè, dice Gasparri, la speranza è “che si metta fine alla situazione per la cui, alla fine, il magistrato dell’accusa finisce per coltivare una tesi e si convince al punto da non essere più distaccato. Sono due professioni diverse”. Non è un tema troppo tecnico per l’opinione pubblica, dice Gasparri: “Io credo ci sia un consenso diffuso nel paese: l’uso politico della giustizia è arrivato a un punto tale che, per il cittadino medio, la magistratura, nelle classifiche di gradimento, è precipitata agli ultimi posti, come la politica. E passi per la politica, che è in fondo alle classifiche dai tempi di Sparta e Atene. Ma i magistrati erano amatissimi, fino a poco tempo fa, come il Papa, i carabinieri e Domenica in. La magistratura si interroghi su questa perdita di consenso”. Altro punto chiave della riforma, dice Gasparri, “è il sorteggio per il Csm, per mettere fine al mercimonio delle funzioni giudiziarie cui abbiamo assistito negli anni. Lo dissi in un’intervista a Radio Radicale, nel luglio del 2008, definendo il Csm in maniera molto severa. Fui rimbrottato da tutto il sistema, in primis dall’allora presidente dell’Anm Luca Palamara, oggi testimonial della degenerazione della giustizia. Dovetti scusarmi, ora mi danno ragione in tanti. Mi auguro che l’introduzione del sorteggio possa determinare la spoliticizzazione del Csm. Poi, certo, c’è anche chi mi dice, in questi giorni: ‘E se li sorteggiano tutti sbagliati?’. E vabbè, bisogna proprio che la malasorte si accanisca. Se sorteggiano dieci tagliagole, che dire? Vediamola come il sorteggio per la Champion’s League. Ti può capitare il Real Madrid o la Norvegia, e magari però perdi pure con i norvegesi”. Intanto oggi Gasparri si aspetta “il rito già visto: le proteste, il comunicato dell’Anm. Sono attrezzato, facciano quello che devono fare. Attendiamo da decenni questa riforma. Quindi, forti della pazienza degli anni, non abbiamo l’ansia delle ore e dei giorni”.