L'intervista

“Macron oggi è più vicino alle nostre politiche”. Parla Carlo Fidanza

Gianluca De Rosa

Dopo l'incontro tra la premier Giorgia Meloni e il presidente francese, il capo delegazione di FdI al Parlamento europeo esulta: "L'Italia non può essere aggirata, Meloni centrale. Con la Francia amicizia competitiva"

“Mi pare che l’incontro di oggi, su richiesta francese, certifichi in maniera definitiva  che non c’è possibilità di fare a meno dell’Italia. L’Italia non può essere isolata,  non può essere aggirata, non può essere marginalizzata. Mi pare inoltre che su molte cose, dall’immigrazione all’economia, oggi Macron sia più vicino alle posizioni del governo italiano”. Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI al Parlamento europeo e vicepresidente dei conservatori europei, risponde al Foglio dal Perù, dove si trova per partecipare all’Eurolat, ma con un occhio ben attento all’incontro che si è svolto ieri a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron. 


“Giorgia Meloni – dice Fidanza – oggi è una protagonista  assoluta in tutte le vicende internazionali, lo ha dimostrato anche nei giorni immediatamente successivi alla polemica di Tirana, rimettendosi al centro della scena con l’incontro con Vance e  von der Leyen. Anche in Francia lo sanno e questo incontro, richiesto da Macron, ne certifica di fatto la centralità. Ci auguriamo che possa essere in qualche modo un nuovo inizio e che si possano mettere da parte le recenti incomprensioni”. Questa relazione Fidanza la definisce “un’amicizia competitiva”. “E’ ovvio – dice – che abbiamo tante questioni  su cui abbiamo interessi convergenti e poi abbiamo anche una competizione tra economie  dinamiche in settori strategici, l’importante però è avere una visione di fondo comune”. Anche perché, Fidanza n’è convinto, oggi anche Emmanuel Macron è più vicino al governo italiano su diverse questioni. “C’è un avvicinamento alle nostre posizioni dettato anche dall’altissima considerazione che il governo Meloni riscuote nell’opinione pubblica francese”, dice l’eurodeputato. “Soprattutto sull’immigrazione, dove l’approccio  integrato voluto da Meloni – che tiene insieme la fermezza su controlli, trafficanti ed espulsioni e la dimensione dei rapporti con l’Africa – sta destando molto interesse. Le ultime posizioni in materia di immigrazione annunciate dal governo francese, sono posizioni che, tagliando un po’ con l’accetta, possiamo definire di destra. D’altra parte è la dinamica del fenomeno e della società che richiede questo  tipo di risposte di fronte a una situazione che in Francia, come dimostrano i disordini successivi alla finale di Champions league, è esplosiva. Il ministro dell’Interno francese  Bruno Retailleau ha collaborato molto bene con il governo italiano e con il ministro Piantedosi, la sua scelta per quel ruolo credo sia servita proprio per dare una risposta sulle politiche migratorie”. 


Fidanza parla dunque di quelli che sono, a suo parere, i dossier più delicati che viaggiano sull’asse Roma-Parigi, dove le posizioni non sono per forza convergenti, partendo ovviamente dall’Ucraina. “Messo momentaneamente da parte il tema dell'invio truppe – dice l’eurodeputato – penso si possa ragionare in maniera un po’ più concreta delle garanzie di sicurezza anche rispetto al coinvolgimento americano, ripartendo dall’idea dell’articolo 5  del trattato Nato rimodulato. Anche perché l’Europa, oggi  esclusa  dal tavolo della pace, non deve restarlo anche da quello per la ricostruzione, sarebbe una cosa molto dannosa sia per l’Italia, sia per la Francia”.

 

C’è poi la questione dazi e difesa. “Su questo – dice Fidanza – spero si arrivi a una mediazione. I francesi vorrebbero garantire all’interno del regolamento Edip sulla produzione industriale della difesa europea, percentuali  molto alte di made in Europe. La Francia ha una filiera  integrata, mentre noi chiediamo percentuali più blande perché abbiamo molta componentistica  americana, e soprattutto riteniamo che ci sia un tema di rapporto con Washington: ribilanciare un minimo la bilancia commerciale e chiudere la partita dei dazi passa anche dalle forniture della difesa”.


Altri due dossier che Fidanza considera centrali sono quelli della prossima programmazione economica europea e della revisione del Green deal. “In questo momento – dice l’eurodeputato – guidiamo un gruppo di paesi che è contrario a integrare in un fondo unico i fondi di coesione e quelli per la politica agricola europea. Se la Francia che per adesso non ha preso un posizione seguisse la nostra linea avremmo ottenuto un grande risultato”. E l’automotive? “Meloni ne ha già parlato con Merz: è essenziale una revisione profonda delle regole green, a noi interessa in particolare  quello che riguarda i biocarburanti che salvando il motore endotermico tutelerebbero la nostra filiera. Non è semplice convincere i francesi perché le loro case costruttrici hanno già investito molto sull’elettrico e avendo il nucleare hanno l’energia a un costo molto più basso del nostro: trovare una convergenza su questo sarebbe  straordinario”.