
Foto ANSA
Passeggiate romane
Allerta massima al Nazareno per la manifestazione del 7 giugno
Gli occhi puntano al referendum e alle regionali, e per la piazza di sabato bisogna evitare incidenti: anche una sola bandiera d’Israele bruciata durante il corteo o a San Giovanni rischia di diventare la notizia per i media e di mettere in ombra l’importanza dell'iniziativa e le loro critiche al governo
Al Nazareno l’allerta è massima. Da quando si è stabilito di scendere in piazza il 7 giugno, il Partito democratico è mobilitato per evitare che accadano incidenti. Le parole d’ordine che la segretaria Elly Schlein ha consegnato ai suoi sono state chiare e inequivocabili: bisogna evitare incidenti, perché anche una sola bandiera d’Israele bruciata durante il corteo o a San Giovanni rischia di diventare la notizia per i media e di mettere in ombra l’importanza della manifestazione e le nostre critiche al governo. E’ ovvio che la leader del Pd non teme che il “suo” popolo possa provocare simili incidenti, ma non può essere altrettanto sicura per la base del Movimento 5 stelle e per quella di Avs. Per questa ragione dal Partito democratico sono stati avvertiti anche gli alleati ed è stata raccomandata la vigilanza massima. Ma essendo la manifestazione formalmente aperta a tutti c’è sempre il rischio che esponenti dei centri sociali o qualche cane sciolto possano “rovinare” la festa. Per questa ragione, è stato chiesto anche alla Cgil di offrire il supporto del servizio d’ordine del sindacato. Tutto deve filare liscio, anche perché l’iniziativa si tiene a ridosso di un importante appuntamento, quello con le urne per i quesiti referendari. E’ vero che il quorum è ancora un miraggio, ma è anche vero che i secondo i sondaggi che sono arrivati al Nazareno la percentuale di chi andrà a votare risulta essere più alta di quella registrata nei precedenti referendum. E alla dirigenza del Pd basterebbe anche solo questo risultato per cantare vittoria, tanto più che la stragrande maggioranza di chi andrà alle urne voterà Sì.
Ma per il centrosinistra c’è un altro importante appuntamento elettorale all’orizzonte. Quello delle regionali; quello, come si sottolineava la settimana scorsa, che nelle intenzioni dei vertici dem dovrebbe dare una spallata al governo. Gli occhi sono puntati soprattutto sulla Campania, dove non tutti i nodi sono stati sciolti. Enzo De Luca da Napoli invia messaggi contraddittori. La maggior parte dei dirigenti del Partito democratico (i fedelissimi di Elly Schlein in primis) sono convinti che il “governatore” stia soltanto alzando il prezzo della trattativa e che alla fine, se sarà adeguatamente ricompensato, De Luca darà il via libera a Roberto Fico che adesso, invece, ancora osteggia. Ma con il presidente della regione Campania è sempre bene muoversi con cautela, perciò è stato spiegato anche ai pd campani come Marco Sarracino e Guido Ruotolo, che con il governatore hanno un conto aperto, e non da ora, di agire con prudenza e di evitare polemiche dirette troppo aspre nei suoi confronti. Non è affatto detto che Schlein, come pure è stato scritto, avrà modo di parlare a San Giovanni con De Luca, anche perché la segretaria non vuole fare mostra di dover scendere a patti con il “cacicco” della Campania e avere un colloquio con lui a favore di telecamere non sarebbe opportuno. Ma certamente se il governatore le chiedesse di parlare difficilmente la leader dem potrebbe esimersi dal farlo. Si limiterebbe però a uno scambio rapido di saluti e convenevoli, rinviando a una seconda fase un colloquio riservato con lui.
Pare invece archiviata l’idea di sostituire in corsa Eugenio Giani. Il presidente della regione Toscana dovrebbe poter candidarsi per un secondo mandato, perché sostituirlo con un fedelissimo della segretaria, come era nelle iniziali intenzioni di Elly Schlein potrebbe diventare troppo rischioso per gli equilibri del territorio.
