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La decisione di Meloni e Mantovano: "Dal 2026 via la scorta dei Servizi segreti agli ex premier"

Simone Canettieri

Lettera del sottosegretario con delega ai Servizi agli ex presidenti del Consiglio con la protezione differenziata: dal prossimo anno la tutela sarà solo a cura del Viminale. Interessati Gentiloni, Renzi, Monti, D'Alema, Prodi

Dal prossimo 1° gennaio il governo Meloni toglierà la scorta dei servizi segreti interni (Aisi) agli ex presidenti del Consiglio, che resteranno solo con il dispositivo del ministro dell’Interno. Lo annuncia con una lettera – visionata dal Foglio – il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano autorità delegata agli 007. E’ interessata dalla stretta una serie di ex premier: Paolo Gentiloni, Matteo Renzi, Mario Monti, Romano Prodi e Massimo D’Alema. 

 

C’è anche chi, come Mario Draghi e Giuseppe Conte, non beneficia della scorta mista, ma ha solo quella gestita dal Viminale. Mantovano ha motivato la sua decisione nei confronti degli interessati come un atto dovuto, come l’applicazione di una circolare emanata dal governo Conte II, ma mai entrata in vigore. Si legge nella lettera del sottosegretario agli ex premier: “La presenza di operatori dell’intelligence nell’ambito di un dispositivo tutorio costituisce una deroga alla disciplina generale, prevista dal decreto legge n. 83 del 2002, convertito dalla legge 2 luglio 2002, n. 133 – che riserva al ministro dell’Interno la competenza ad adottare i provvedimenti di protezione. Infatti, l’art. 1, comma 3, del citato decreto legge prevede che il presidente del Consiglio dei ministri, d’intesa con il ministro dell’Interno, possa definire modalità differenziate di tutela nei confronti di alte personalità esposte a rischio. Con un decreto presidenziale del 2020 è stata condotta una generale rivisitazione dei dispositivi di tutela e protezione assicurativa con personale dell’intelligence al fine di dismettere gradualmente le misure riconducendo la competenza In tal senso, dopo proroghe del regime transitorio, protrattosi per cinque anni, ne è stata disposta la cessazione, determinando l’entrata in vigore del regime ordinario dal 1° gennaio 2026”.

 

Mantovano, si legge nella lettera, invita gli ex premier interessati dal doppio dispositivo differenziato a prendere contatti con il ministero dell’Interno, “ai fini dell’attivazione delle previste procedure di legge per l’assegnazione del servizio di protezione”. La vicenda sta facendo discutere gli ex presidenti del Consiglio. E il sottosegretario nella sua missiva sembra prevedere le polemiche spiegando che la premier Giorgia Meloni manterrà al contrario il doppio dispositivo: “Per completezza d’informazione, si rappresenta che le misure differenziate restano invariate unicamente per il presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, in conformità alla normativa vigente”.

Fonti del governo, interpellate dal Foglio, spiegano che si tratta di una scelta dovuta in quanto la circolare di Conte venne sospesa nella sua applicazione quasi subito, perché poi l’esecutivo andò in crisi e arrivò Mario Draghi. “Dal 2022 a oggi anche su pressione dei diretti interessati per due anni ne abbiamo sospeso l’applicazione – raccontano a Palazzo Chigi – ma dopo cinque anni o si cambia la norma o la si fa rispettare senza le deroghe”.

L’ex premier Matteo Renzi reagisce così alla notizia esclusiva riportata da questo giornale: se la prende con Mantovano e poi pubblica sui canali social la risposta che ha inviato al sottosegretario: “Ha deciso assieme alla presidente del Consiglio di togliere al sottoscritto la tutela Aisi dopo che ho rivolto critiche al governo. Mai nei primi anni del governo vi siete preoccupati di modificare la composizione delle scorte. Lo avete fatto dopo che avete ricevuto critiche, molto dure peraltro. Trovo questa ‘spiacevole coincidenza’ un gravissimo segnale di utilizzo proprietario e arrogante delle istituzioni e avverto la necessità che rimanga scritto, nero su bianco. 

 

Non è la prima volta che vi comportate così, sia chiaro”. Il cambio, come raccontato dal Foglio, non riguarderà solo Renzi, ma tutti gli ex presidenti che hanno una scorta differenziata composta da servizi segreti e forze di polizia. “Comunico formalmente e inderogabilmente che non intendo accettare nessuna forma di tutela del Viminale”, annuncia il leader di Iv. Che aggiunge: “Lo faccio con il massimo rispetto personale e istituzionale che nutro nei confronti del ministro Piantedosi e del prefetto Pisani e che giudico due professionisti straordinari. Ma se mi viene tolta la tutela Aisi perché il sottosegretario Mantovano ha inspiegabilmente bisogno di avere uomini in più nelle strutture di Palazzo Chigi, a maggior ragione il Viminale ha bisogno di uomini in più per garantire la sicurezza. Serve più personale sulle strade, nelle stazioni, nelle periferie: non posso accettare che i cittadini abbiano meno servizi perché personale della polizia deve tutelare il sottoscritto”. La lettera di Renzi si chiude così: “La presente vale come esplicita esenzione di responsabilità del ministro dell’Interno e del capo della polizia nel caso in cui dal 1° gennaio 2026 dovesse accadere qualcosa alla mia persona”. O meglio: il Viminale – attacca infine il senatore – non avrà nessuna responsabilità amministrativa da incidenti che potessero capitargli, ferma restando la piena responsabilità politica di Giorgia Meloni e di Alfredo Mantovano sulla scelta di “vendicarsi” su Renzi per aver espresso opinioni politiche critiche verso il governo pro tempore.

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.