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la polemica
La Russa: "Farò propaganda per l'astensione ai referendum". Opposizioni all'attacco
Il presidente del Senato annuncia il suo impegno "perché la gente se ne stia a casa". Schlein: "Indegno". Conte: "Parole da film horror". Magi (Più Europa): "Ultima carica dello stato". E Bonelli (Avs): "Si dimetta"
"I Referendum? Io continuo a dire che 'ci penso' ma farò propaganda perché la gente se ne stia a casa". Ignazio La Russa scende in campo in vista del voto su lavoro e cittadinanza. Lo fa a suo modo il presidente del Senato nel corso dell'evento dedicato alla cultura, organizzato da FdI a Firenze.
Il Partito di Meloni aveva già reso pubblico negli scorsi giorni il suo invito all'astensione, ma ieri il presidente del Senato ha fatto un passo in più, scatenando le dure reazioni delle opposizioni. "Non era mai accaduto che la seconda carica dello stato facesse un appello di questo tipo. Siamo di fronte a un atteggiamento che non esito a definire eversivo”, ha detto subito dopo Arturo Scotto del Pd. Mentre la segretaria Elly Schlein definice "indegno" l'atteggiamento della seconda carica dello stato.
"Sembra un horror invece sono le esternazioni dei vertici delle nostre Istituzioni", aggiunge poco dopo il leader del M5s, Giuseppe Conte riferendosi anche alle posizioni di La Russa sul medio oriente e Netanyahu.
Per Riccardo Magi di Più Europa, principale promotore del referendum sulla cittadinanza: "Abbiamo capito che il presidente del Senato non sa nemmeno cosa sia la democrazia, visto che insieme al governo Meloni ha trasformato il Senato nel passacarte di Palazzo Chigi. Ma che il presidente del Senato annunci che farà attivamente campagna perché la gente stia a casa per non andare a votare il referendum dell'8 e 9 giugno è indegno, da ultima carica dello Stato, altro che seconda".
Dello stesso segno anche le parole di Avs, "Quella di La Russa è una dichiarazione di guerra alla Costituzione e alla nostra democrazia. Si dimetta e torni nella sua casa ad ammirare i busti del suo duce", dice Angelo Bonelli.