(foto Ansa)

i due casi

“Ripartiamo da qui”: ma ora il modello sardo e Foggia imbarazzano Schlein

Luca Roberto

Erano due delle vittorie che secondo la segreteria segnalavano "un cambio di vento" politico nel paese. Ma ora entrambe le maggioranze litigano e sono sempre più appese al filo

Erano il segnale che “il vento è cambiato”. Che il sostegno alla destra si era interrotto. Che per riportare la sinistra al governo del paese si doveva ripartire dai piccoli esperimenti vincenti. “Facciamo come in Sardegna”, “Ripartiamo da Foggia”. Ecco, appunto. Elly Schlein c’aveva creduto a tal punto da farsi vedere in più occasioni a queste latitudini. Per la vittoria di Alessandra Todde, fedelissima contiana scelta dal M5s, s’era fatta vedere pure per le strade di Cagliari a cantare Bella Ciao. Nelle settimane in cui la presidente neo eletta per una manciata di voti sosteneva che i sardi “con le matite hanno risposte ai manganelli” usati nei confronti degli studenti a Pisa. Era solo poco più di un anno fa. Ma a giudicare dalla situazione odierna, sembra un mondo fa. E quelli che venivano branditi come precedente da emulare somigliano sempre più a lezioni da imparare per non cascare più negli stessi errori.

 

La scorsa settimana una vera crisi s’è sfiorata proprio in Sardegna. Todde, che nel frattempo ha pure rischiato la decadenza per questioni di contrassegni elettorali (anche se adesso persino la procura di Cagliari ha chiesto l’annullamento del procedimento) doveva dar seguito a una legge regionale che le imponeva la nomina di dodici commissari nelle aziende regionali. La scadenza era fissata proprio nei giorni scorsi, ma dopo un lungo confronto interno al campo largo, nessun accordo era stato trovato. La soluzione di Todde? Provvedere alle nomine di sua sponte, bypassando la giunta. Tanto che i tre assessori del Pd hanno deciso di disertare la seduta della squadra del governo regionale. “Abbiamo chiesto ai sardi di avere pazienza sulla legge finanziaria, sarebbe stato bizzarro sforare i 45 giorni previsti nella legge per i commisariamenti”, s’è giustificata la stessa Todde. Costringendo il Pd a una specie di autocensura per non surriscaldare ancor di più gli animi. “Non c’è nessuna crisi, questo è chiaro, ma penso che sia necessario rispettare le posizioni di tutti i partiti e movimenti che compongono questa giunta per permetterci di arrivare alle soluzioni migliori”, ha detto il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, del Pd. E ben più espliciti di lui sono stati i colleghi di Avs, che hanno parlato di “uno strappo all’interno della coalizione che preoccupa. Serve un cambio di passo, anche nei rapporti interni alla maggioranza”. Non è quindi un caso che le difese del governo sardo abbiano preso a diradarsi sempre di più nelle dichiarazioni pubbliche di Schlein. Praticamente sparite, a dire il vero. 

 

Fin qui la situazione a Cagliari. Ma se ci si sposta a Foggia, in una regione come la Puglia prossima al voto e in cui il Pd spera di riuscire a mantenere il controllo dell’amministrazione candidando (con ogni probabilità) Antonio Decaro, non è che le acque siano più tranquille. Anzi. Mercoledì, dopo giorni di accuse e critiche pubbliche tra esponenti della maggioranza, la sindaca Maria Aida Episcopo, scelta dal M5s ma considerata sempre più indipendente anche dai pentastellati, ha incasssato l’ok al bilancio comunale. Con un surplus di 19 milioni di euro. Uno potrebbe pensare sia sintomo di una città che funziona, di un’amministrazione concorde nelle scelte da fare. E invece proprio sull’utilizzo di quei 19 milioni la maggioranza (tutto il centrosinistra in versione extra-large) si è spaccato. Nelle scorse settimane una proposta sull’housing sociale presentata dall’assessore Pd all’Urbanistica Giuseppe Galasso era stata bocciata dal Consiglio comunale. La sindaca non è riuscita su questo a offrire garanzie, come del resto non le ha offerte nemmeno al Movimento cinque stelle, che chiedeva una serie di interventi sul Piano Urbanistico Generale. Con i contiani (capitanati dall’europarlamentare Mario Furore, plenipotenziario in provincia) sempre più freddi nei confronti dell’amministrazione, che lunedì terrà una verifica di maggioranza per capire come (e se) andare avanti.  E insomma quelle che per Elly erano fari nel buio, “modelli da cui ripartire”, sono sempre più strade incidentate. Pronte a esplodere. Altro che “l’alternativa alla destra parte da qui”.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.