L'editoriale del direttore
Il luddismo del governo Meloni spiegato con i taxi e una lezione di Milei
Atreju? No, afuera! C’è uno sciopero importante oggi in Italia, di cui nessuno si accorgerà, che riguarda la lotta di Ncc e Uber contro il corporativismo dei decreti Salvini. Liberalizzare si può. Anche sui taxi. Idee per Meloni da Milei
Atreju? No, afuera! C’è uno sciopero importante oggi in Italia, di cui nessuno si accorgerà, perché gli scioperanti in questione, che scioperano non solo per se stessi ma in nome di un principio quotidianamente calpestato in Italia, ovvero il diritto alla concorrenza, è da anni che vengono boicottati, tartassati, osteggiati, ostacolati da una politica che nei giorni pari dice di voler attrarre investitori dall’estero e nei giorni dispari invece fa di tutto per respingere dal proprio paese ogni forma di innovazione. Lo sciopero importante che vi sarà oggi in Italia, di cui nessuno purtroppo si accorgerà, è quello organizzato dagli Ncc e da Uber che nelle prossime quarantott’ore, fino al 13 dicembre, protesteranno contro il luddismo tossico di alcuni decreti firmati da Matteo Salvini, lo scorso 26 ottobre, con i quali si obbliga ogni proprietario di un servizio a noleggio con conducente di dover aspettare un minimo di venti minuti tra un servizio e un altro, di dover comunicare al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti i dati su tutti i clienti e sui tragitti percorsi, vietando l’intermediazione degli Ncc con le agenzie turistiche e gli alberghi per evitare, ovviamente, che venga in qualche modo intaccato il monopolio che hanno i tassisti nella gestione del trasporto pubblico locale.
A parole, il governo dice di essere a favore dell’innovazione, del mercato, della tecnologia, dei capitali stranieri. Nei fatti, poi, quando si parla di tecnologia, il volto luddista del governo spesso prevale. Gli Ncc? Boicottiamoli. Uber? Fermiamola. Airbnb? Combattiamola. I monopattini? Ostacoliamoli. Ryanair? Contrastiamola. La farmaceutica con i loro diabolici vaccini? Non aiutiamola. I bitcoin? Tassiamoli ancora di più. Nel caso specifico, poi, nel caso dei taxi, la storia è ancora più ridicola, o ancora più triste se volete, e il modo in cui la classe dirigente politica si è piegata, negli anni, alla potente lobby dei tassisti è lo specchio di molti vizi italiani: paura dell’innovazione, allergia alla concorrenza, diffidenza del mercato, disinteresse per l’efficienza, arrendevolezza di fronte allo status quo, difesa delle rendite di posizione a discapito dei diritti dei cittadini.
Il governo Meloni, sui taxi, ha scelto vergognosamente di arrendersi all’agenda Salvini, e il risultato purtroppo si vede (la regione di Madrid, come scritto da Andrea Giuricin sul Foglio, ha la metà della popolazione della Lombardia, ma ha tre volte tanto il numero dei taxi che ha Lombardia e può contare su un parco auto di novemila Ncc”). Eppure un’alternativa ci sarebbe, in teoria, ed è l’alternativa offerta pochi giorni fa, nel suo paese, dall’ospite di onore della festa del partito guidato da Giorgia Meloni: Javier Milei, presidente argentino. A inizio settimana, il governo Milei ha dato la possibilità a chiunque possegga veicoli grandi o piccoli, con assicurazione e revisione del veicolo approvate, di diventare fornitori di trasporto passeggeri. Chi sceglierà di far parte del progetto dovrà registrarsi online, gratuitamente, senza licenza, attraverso una piattaforma, dovrà comunicare i dati del proprio veicolo, i compensi ricevuti, le polizze assicurative e i percorsi che intendono effettuare. Il ministro della Deregolamentazione del governo Milei, Federico Sturzenegger, ha spiegato così il senso del provvedimento: “Un regime che esiste da più di trent’anni, con un sistema chiuso, permessi rigidi e una burocrazia eccessiva ora si modernizza, passando a un sistema digitale semplice, dichiarativo, gratuito che mantiene gli attuali standard tecnici e di sicurezza”.
Non dovrebbe servire la presenza di un Milei in Italia per ricordare, a un governo che sogna di aprirsi agli investitori stranieri, che non c’è miglior biglietto da visita per chi vuole investire in Italia che avere un servizio pubblico ben funzionante e che fare tutti gli sforzi possibili per dimostrare che la concorrenza non fa paura perché la concorrenza stimola l’innovazione, migliora i servizi, tutela i consumatori, offre una maggiore libertà di scelta, permette di ridurre i costi e costringe tutti i soggetti a fare uno sforzo per essere competitivi offrendo standard più elevati. Milei, sabato, sarà alla festa del partito di Giorgia Meloni, a Roma, al Circo Massimo, e deve essere contento di essere a Roma con un’auto presidenziale perché senza averne una a disposizione non sappiamo dire se il presidente argentino sarebbe in grado di trovare un taxi per arrivare in tempo ad Atreju. Luddismo in Italia? No, afuera!