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Editoriali
Sciopero generale dimezzato, ma Cgil e Uil ignorano la precettazione di Salvini
I segretari dei due sindacati, Landini e Bombardieri, fanno ricorso alla giustizia amministrativa contro la decisione del ministro dei Trasporti. Ma stavolta non è un capriccio politico: è solo la conseguenza di quanto segnalato dalla Commissione di garanzia
Matteo Salvini ha firmato la precettazione per lo sciopero generale, indetto da Cgil e Uil per il 29 novembre, dimezzando le 8 ore di astensione annunciate per il trasporto passeggeri. “Per evitare agli italiani l’ennesimo venerdì di caos ho deciso di intervenire direttamente riducendo a quattro ore lo sciopero”, ha detto il ministro dei Trasporti. Immediatamente i sindacati hanno reagito annunciando un ricorso alla giustizia amministrativa e l’opposizione, con Elly Schlein, accusando il governo di “negare il diritto di sciopero”. Sarebbe però sbagliato trasformare la precettazione in un capriccio politico di Salvini. La decisione del Mit, infatti, è semplicemente la conseguenza di una segnalazione della Commissione di garanzia sugli scioperi che, con una delibera, ha segnalato al governo “il fondato pericolo di pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”.
Già il 12 dicembre la Commissione era intervenuta per segnalare a Cgil e Uil la violazione della “rarefazione oggettiva” per diversi servizi pubblici: troppi scioperi ravvicinati, in pratica. I sindacati avevano accolto solo parzialmente l’invito, respingendo quello sul trasporto passeggeri che – secondo l’Authority – pone “un problema di contemperamento tra il diritto di sciopero e il diritto degli utenti”. Così, di fronte al diniego di Cgil e Uil, la Commissione ha deliberato “la riduzione della durata degli scioperi a quattro ore”. Non si tratta quindi di una scelta di Salvini, ma di una decisione di un’Autorità indipendente, che per questo è stata attaccata dai sindacati: “Quando arriva la voce del padrone – ha detto il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri – la Commissione risponde ‘obbedisco’”. E’ un approccio per certi versi salviniano: come il primo dice che i pm che lo accusano sono comunisti, così i sindacati affermano che l’authority è leghista. Dopo che Maurizio Landini ha dichiarato che il governo e il Parlamento non rappresentano gli italiani, ecco un altro colpo dalla legittimità delle istituzioni per fomentare la “rivolta sociale”.


Il popolo ha sempre ragione
Statista? Mah, Pertini capì solo che per piacere agli italiani basta poco

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