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“Report” prepara l'inchiesta sul passato neofascista di Giuli e altri ministri. Ma c'è un paradosso

Salvatore Merlo

La trasmissione di Rai 3 ha intervistato anche Rainaldo Graziani, fondatore di Meridiano zero, movimento di cui il ministro della Cultura ha fatto parte a quindici anni. La curiosa convergenza tra Ranucci e i neofascisti che disprezzano la destra democratica almeno quanto la sinistra

“Report”, la trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci, sta lavorando a un’inchiesta sui rapporti tra governo Meloni e neofascismo. In particolare sul passato di alcuni ministri e dirigenti di Fratelli d’Italia. Come ci conferma lo stesso Ranucci, un passaggio dell’inchiesta è dedicato a Meridiano zero, il movimento politico neofascista nato l’8 settembre 1991 e sciolto nel 1993 a cui era stato iscritto (a quindici anni) il ministro della Cultura Alessandro Giuli. A proposito di Giuli, tra gli altri, “Report” ha intervistato anche Rainaldo Graziani, fondatore di Meridiano zero, neofascista, figlio del fondatore di Ordine Nuovo Clemente Graziani. Ora, Graziani, che ha una lunga e ricca pagina Facebook nella quale saluta i martiri di Hezbollah, scioglie cantici all’urna di Daria Dugina e riporta estasiato le parole del di lei padre Aleksandr, è un personaggio straordinario. A metà tra Catenacci di Alto gradimento e Galeazzo Musolesi delle Sturmtruppen. Di Giuli, ieri Graziani ha pubblicato una foto che ritrae il ministro in Sinagoga a Roma, lo scorso 7 ottobre, durante le commemorazione del pogrom. “Ho parlato di lui con Report”. Si vede Giuli con la kippah in testa e il cospicuo (giudaico?) naso di profilo. Il commento di Graziani alla foto di Giuli è affidato anche a una specie di poesia di Nicolai Lilin, lo scrittore moldavo e putiniano ma fisso in Italia, che racconta di un lupo fattosi cane: “La dignità, una volta persa, non ritorna più”. Abbiamo chiesto a Ranucci, spiritosamente, se lui, che è un bravissimo giornalista di sinistra e democratico, in questa convergenza con i neofascisti che disprezzano la destra democratica almeno quanto la sinistra, non si riconosce nella battuta di Alberto Sordi: “Signor colonnello, i tedeschi si sono alleati con gli americani”. 

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.