Ilaria Salis in aula a Budapest (Ansa) 

editoriali

Sulla telefonata Mattarella-Salis, non servono forzature

Redazione

L'opposizione insiste in una narrazione che vuole trasformare la vicenda nell’ennesimo scontro tra Colle e Chigi. Ma il senso dell’interessamento del Quirinale alla vicenda della donna sotto processo in Ungheria è tutt'altro

Con un garbo che va oltre il carattere istituzionale, e che del resto gli è universalmente riconosciuto, il giorno prima di Pasqua Sergio Mattarella ha telefonato a Roberto Salis, padre di Ilaria Salis detenuta e sotto processo in Ungheria in condizioni lesive dello stato di diritto. Salis aveva inviato una lettera “tramite Pec” al Capo dello stato, sollecitandone l’azione – e la pressione sul governo italiano: “I fatti parlano chiaro: la linea che c’era stata consigliata dal governo, con la richiesta dei domiciliari in Ungheria, si è rivelata un buco nell’acqua” ha scritto Salis, dando per sottintesa una responsabilità del nostro governo in realtà difficile da comprovare. Mattarella ha assicurato il suo interessamento, del resto manifestato anche in passato. E ha tenuto, al contempo, a sottolineare “la differenza tra il nostro sistema, ispirato ai valori europei, e il loro sistema”, disparità che “colpisce la nostra pubblica opinione”. Frase che si è voluta leggere come una critica all’Ungheria di Orbán e, di conseguenza, all’equivicinanza del nostro governo.

  

Non vi sarebbe nulla di sensazionale: nel rispetto del suo ruolo e delle sue competenze, Mattarella non ha mai nascosto il suo sostegno al “nostro sistema”, quello dell’Europa democratica. Poco comprensibile, se non in ottica di una pura polemica politica interna, la forzatura fatta da più parti sulla frase, riferita da Salis, con cui Mattarella avrebbe spiegato di non avere possibilità operative, “quello spetta al governo”. Al di là dell’ovvio, il presidente conosce perfettamente le complessità del principio di sovranità nazionale, non certo aggirabile con gli slogan o i desiderata umanitari; quindi non va confusa una sua possibile moral suasion sul governo con quella che sarebbe, invece, un’accusa di inefficienza o peggio. Fa invece riflettere, anche per la rilevanza mediatica – oggi il ringraziamento di Ilaria Salis a Mattarella era apertura di tutti i siti – l’insistenza dell’opposizione nel voler trasformare la vicenda nell’ennesimo scontro tra Colle e Chigi. Sulle timidezze dell’Europa invece, non si insiste poco.

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