(foto Ansa)

"Si vince al centro".

Perché Forza Italia sta riuscendo dove Renzi e Calenda hanno difficoltà. Parlano i sondaggisti

Luca Roberto

La vittoria di Marsilio in Abruzzo è figlia anche della crescita di FI. "Le ultime elezioni ci dicono che è il centro che può ribaltare gli equilibri", dice Masia. Il politologo Castellani: "Forza Italia è diventato un partito vero"

Se vincono è anche perché hanno un centro credibile, capace di riequilibrare le tendenze sovraniste della coalizione. Il successo in Abruzzo ha riacceso i riflettori sul ruolo nel centrodestra di Forza Italia, “che è in crescita ed è riuscita a drenare almeno 7 mila preferenze dalla Lega”, racconta Alessandra Ghisleri. Un po’ tutti i sondaggisti contattati dal Foglio lo confermano: “Le ultime elezioni, in Abruzzo ma anche in Sardegna, ci dicono che c’è un bacino molto grande di elettori moderati, determinante per ribaltare gli equilibri”, dice Fabrizio Masia. Eppure questi voti non sembrano essere appannaggio della coppia Renzi-Calenda. Questo perché, come spiega il politologo Lorenzo Castellani, “la deflagrazione dei loro rapporti ha portato al fallimento dell’offerta politica centrista. Mentre Forza Italia è diventato un partito vero”. 

 

Dice al Foglio Antonio Noto, fondatore dell’omonimo istituto di sondaggi, che “il risultato di Forza Italia in Abruzzo è in linea con il dato nazionale. Il successo del partito è un misto di voto personale, derivante dai campioni di preferenze, e di voto ideologico. E’ come se una parte degli elettori si sentisse liberata dalla morte di Silvio Berlusconi. Così vota Forza Italia sposando un posizionamento più laico, meno aggressivo per esempio nei confronti della magistratura, per fare un esempio”. 

 

Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli, nota, a proposito della crescita dell’area centrista del centrodestra, che “in Abruzzo non soltanto Forza Italia, ma anche Noi moderati ha avuto un buon risultato, passando dallo 0,7 per cento delle elezioni politiche al 2,8 per cento di oggi. Forza Italia sta riuscendo a essere attrattiva anche nei confronti di elettori che erano spaventati dal Cav. Cambiando leadership paradossalmente ha conquistato un po’ di spazio elettorale, anche sui territori. Mentre l’elettorato più moderato si è sempre più allontanato dai toni della Lega”. E questo nonostante Renzi e Calenda avessero nel frattempo messo gli occhi su quell’elettorato potenziale. “Il problema per Renzi e Calenda è che il centro del centrosinistra ha una proposta variegata ma poco chiara”, analizza Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research. “Sia Italia viva che Azione e Più Europa si posizionano sullo stesso segmento elettorale, che è piuttosto ristretto. E’ come se il grande centro fosse un centro di gravità accanto al quale girano Pd e M5s. Ma anche nel Pd c’è una componente centrista molto simile ad Azione e Italia viva”. Si capisce, allora, perché i due ex terzopolisti facciano così tanta fatica a pescare voti nel campo avversario. “Dividendosi, peraltro, Renzi e Calenda hanno reso più difficile la comprensione del loro progetto politico”, spiega Fabrizio Masia, amministratore delegato di Emg Different. “E’ chiaro che mettano nel mirino i voti di Forza Italia. Perché il voto delle ultime amministrative ci ha detto come il centro conti eccome. Esiste uno spazio elettorale che guarda ai valori liberali, del popolarismo europeo, che poi sono i valori lasciati in eredità da Berlusconi e che evidentemente sono considerati ancora come importanti”. 

 

Solo che cercare di portare via elettori a Forza Italia per Calenda e per Renzi – che è tornato a provarci nel discorso tenuto alla Leopolda, dove ha attaccato i forzisti per la nomina di Ursula von der Leyen –, “è una strategia debole”, sostiene il politologo della Luiss School of Government Lorenzo Castellani. “Gli elettori liberali sono disposti sì a votare un partito di centro, ma che abbia un chiaro progetto di governo. E questo con Forza Italia ce l’hanno. Quello di Forza Italia è un elettorato che non vuole sovranizzarsi, ma che non prende in considerazione Renzi e Calenda anche per il fallimento dell’esperienza del Terzo polo. L’idea di un centro indipendente dai due poli non ha attecchito dimostrando che l’Opa su Forza Italia, alla fine, non si è affatto realizzata”. In più, secondo Ghisleri, è come se Renzi e Calenda non avessero rappresentato un’alternativa valida perché “la coalizione di centrodestra ha dimostrato di essere troppo più forte e quindi più attrattiva. Le dinamiche sono più chiare perché si sa chi sono i tre leader e si sa già chi guida la coalizione. Mentre nel campo largo un po’ tutti aspirano a essere il leader della coalizione”. Perché, insomma, nonostante una domanda di moderazione gli elettori continuano a pensare che l’offerta migliore sia nel campo del centrodestra? “Gli elettori non vogliono soltanto l’unità”, dice Antonio Noto. “Vogliono anche un racconto coerente su quell’unità. E mi pare che da questo punto di vista nel centrosinistra manchi un vero collante d’unione”.

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  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.