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Gli ultimi sviluppi

In arrivo un regalo per il Ponte sullo Stretto

Giorgio Santilli

Nell'ultima bozza del decreto legge sul Pnrr spunta l'ipotesi di una corsia preferenziale per l'opera, ma la sua applicabilità resta dubbia. A pesare sui tempi di realizzazione del progetto si aggiunge anche il rinnovo della commissione Via, previsto per maggio

C’è una norma spuntata improvvisamente nelle bozze del decreto legge sul Pnrr (articolo 12, comma 12) che, lasciando in vita oltre i termini previsti e prorogando vecchi provvedimenti di valutazione di impatto ambientale, anche parziali, per opere che non sono ancora partite, fa pensare a uno sconto con corsia preferenziale per il Ponte sullo Stretto. Esperti della materia garantiscono che così non è perché il provvedimento passato alla Valutazione di impatto ambientale (“Via”) era troppo parziale e non potrebbe essere resuscitato oggi come integrale.

Il passaggio al ministero dell’Ambiente è necessario comunque. D’altra parte, però, il decreto legge 35/2023, che ha resuscitato e rivitalizzato il vecchio progetto definitivo del Ponte, dice chiaramente che il progetto andrà sottoposto a “Via”, ma – aggiunge – soltanto per la parte che non sia stata già esaminata negativamente nel vecchio parere. “I cui effetti sono salvi”, chiude la norma. I dubbi sull’applicabilità della nuova norma tornano, più potenti che mai. Ma che si applichi o meno alla grande opera cara al ministro Salvini, c’è un altro aspetto della vicenda Ponte-Via estraneo al decreto legge (almeno sembra), ma tutt’altro che ininfluente. Il prossimo mese di maggio scade l’attuale composizione della commissione Via (quella ordinaria, non quella speciale per il Pnrr) e il progetto del Ponte rischia così di restare appeso per qualche mese, in attesa che la nuova commissione venga nominata e faccia il suo rodaggio che per materie tecniche tanto complesse e delicate non è mai brevissimo. Altri esperti, di diritto, dicono che non è neanche lontanamente pensabile una decisione sul Ponte in regime di prorogatio, cioè con i poteri ridotti o indeboliti. L’opera richiede il massimo dei poteri per essere esaminata, anche per la delicatezza della decisione. Nessun presidente o commissario si assumerebbe la briga di decidere in regime “dimezzato”.

Ecco allora che c’è chi sostiene che l’opera potrebbe rientrare nel decreto per la finestra, ammesso che ne sia mai uscito dalla porta, proprio per una norma che destini magari l’esame del Ponte esplicitamente alla seconda commissione, quella speciale per il Pnrr. Così come è oggi non ci potrebbe andare perché fra Ponte e Pnrr non c’è nessun punto di contatto. Ma questo genere di decreto legge serve proprio per accelerare.