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L'intervista

Capelli d'Italia, la nuova chioma di Lollobrigida: "Sì, ho fatto un rafforzino"

Simone Canettieri

Il ministro e il ritocco tricologico: "L'ho fatto per me, ma non per candidarmi alle Europee". Ancorotti, senatore di FdI e imprenditore nella cosmesi: "Bravo, Lollo: così cade un tabù"

Ministro, Francesco Lollobrigida: che chioma!

“Ho fatto un rafforzamento”.

Bello, le dona. E’ andato in Turchia?

“No. Non le rispondo”.

E’ una svolta tricologica in vista di una candidatura alle Europee: un ciuffo per Strasburgo?

“No, non mi candido, e non so nemmeno cosa farà Giorgia, tanto me lo chiedete tutti. Però per noi è ora di rafforzarci, e anche io mi sono dato una rafforzatina”.

Simpatico e guascone come pochi, il titolare della sovranità alimentare, nonché super big del governo Meloni, da qualche giorno sfoggia anche una certa sovranità di capelli. Le croniste più smaliziate lo fermano: ma che bravo barbiere che ha, caro ministro, ha cambiato look? Lui ride, e svia il discorso, mentre le nuove ciocche biondo cenere gli addobbano la testa, con un taglio da marines.

Le malelingue del Pd, partito armocromico tutto colore e niente sostanza, lo chiamano “Kim Jong Un Lollo”, come il leader nordcoreano che gioca con i missili e con l’atomica.

Lollobrigida è sempre stato il bello della destra meloniana: così conquistò la sorella della premier, Arianna, da ragazzi (“Giorgia, non può capire quanto è bello!”).

Ha sempre curato il fisico, forte di una presenza non banale. Da qui il soprannome “Lollo Beatiful”, come si faceva chiamare, senza rivelare il nome, quando i compagni lo cercavano sotto casa (e non per dargli carezze).

Adesso l’uomo più forte del governo Meloni se ne sta qui in Transatlantico. Ricercatissimo da tutti, ammirato forse per una scelta che tanti uomini vorrebbero fare. Altro che nomine. “Non lo sapevo, ma ha fatto benissimo. Anzi, Lollo, che è un mio amico, ha tutta la mia approvazione. Un po’ di chirurgia estetica fa bene a tutti”, dice Renato Ancorotti, senatore di Fratelli d’Italia e imprenditore nel campo della cosmesi (per Natale ha regalato a tutti gli eletti un kit di bellezza a base di creme). Senatore, il ministro ha rotto un altro tabù, dopo il Cav. “Con me apre un portone. Anche io io avevo le borse sotto gli occhi e me le sono tolte. Non c’è alcun tipo di problema, non ci deve essere tabù, anche noi uomini abbiamo diritto alla bellezza e a intervenire per stare meglio con noi stessi”. Capelli d’Italia.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.