Cortona, Toscana. Cacciatori armati nei campi (Foto di Christopher Pillitz/Getty Images) 

editoriali

Non siamo proprio il paese di Buffalo Bill

Redazione

Facili allarmismi a parte, la riforma della caccia di Fratelli d'Italia è utile a qualcosa?

Si comincia con la sovranità alimentare, con la crociata contro il cibo Frankenstein, con la mistica dei poveri che mangiano meglio e si finisce (forse) per immaginare un paese di Buffalo Bill e di sciamani cacciatori siberiani (fa più putiniano) che sfamano le proprie tribù con la caccia dall’alba al tramonto a tutto ciò che si muove. Non è detto che sia proprio così, ma la narrazione la fa Rep.: Fratelli d’Italia è il partito della caccia, “con il ministro Francesco Lollobrigida orgoglioso cacciatore, figlio e nipote di cacciatori” (la cosa non è reato) e dunque sono pronti a smantellare la legge 157/92 che regola il settore e lascia molta autonomia alle regioni. Del resto è il suo sottosegretario, Patrizio La Pietra, ad aver annunciato il provvedimento che dovrebbe basarsi su un testo dell’eurodeputato di Fdi Sergio Berlato “l’uomo dei doppiettisti” (sempre Rep.).

  

Per il momento, dunque, un allarme ipotetico. In cui tiene banco soprattutto la possibilità che anche i sedicenni, con sorveglianza genitoriale, potranno essere autorizzati a sparare. Ipotesi indubbiamente controversa, ma non tale da giustificare sparate come quelle dell’Enpa, che ha parlato di “attentato all’incolumità dei cittadini e all’ordine pubblico; un’inaccettabile militarizzazione del territorio che avrebbe conseguenze psicologiche pesantissime sugli adolescenti”. Dimenticando che non si sta parlando di liberalizzare il porto d’armi da guerra, e del resto è forse più pericoloso il voto a sedici anni. Più interessante domandarsi se, a parte il lobbismo e una propensione “culturale”, ci sia un pensiero del territorio, della sua tutela e dell’economia. Inserire “alcune specie come le oche e il piccione selvatico” può essere accettabile. E non va dimenticato che molte regioni da tempo chiedono deroghe ai periodi di caccia anche in funzione del controllo faunistico. Ma consentire la caccia in ogni proprietà di agriturismo non sembra in linea con la sicurezza del territorio né di chi lo frequenta. Ci si augura che i proponenti spieghino gli evidenti vantaggi, se ci sono, economici e ambientali.

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