Michele Emiliano e Niki Vendola

I "Santi Medici"

Emiliano e Vendola in campo per ricucire a Bari le lacerazioni della sinistra

Gabriele De Campis

I due leader della sinistra pugliese degli ultimi vent’anni cercano di ricomporre il quadro della coalizione verso le prossime comunali: il Pd ha tre candidati (congelati), la sinistra un avvocato penalista di grido. I Cinque stelle pilatescamente alla finestra

Il centrosinistra verso le comunali di Bari litiga senza sosta e allora ecco scendere in campo i Santi Medici – Michele Emiliano e Nichi Vendola – per tentare la complessa missione di salvare l’unità della coalizione, lacerata da settimane con ben quattro potenziali candidati alla successione del sindaco-presidente Anci Antonio Decaro.

Il governatore-sceicco e il neopresidente di Sinistra italiana sono apparsi insieme alla presentazione del libro “Enigma” di Leoluca Orlando e Constanze Reuscher alla libreria Laterza. Dopo hanno passeggiato per il corso principale della città con Antonio Decaro. Gli incontri tra i “gemelli diversi” del progressismo pugliese sono sempre un evento: nelle ultime regionali, quelle del 2020, un intervento di Vendola al Petruzzelli convinse la sinistra e l’area vicina alla Cgil a confermare la fiducia all’emiro barese (che poi asfaltò nelle urne Raffaele Fitto).

Adesso a Bari la situazione è di nuovo complicata (e gli ultimi sondaggi più o meno attendibili confermano la difficoltà della corsa per confermare la bandiera rossa sul municipio, da vent’anni appannaggio di coalizioni progressiste): il Pd ha proposto tre candidati sindaco (il deputato Marco Lacarra e gli assessori Paola Romano e Pietro Petruzzelli) ma li ha congelati per tenere unita la coalizione; Sinistra italiana e movimenti hanno candidato l’avvocato penalista Michele Laforgia (per gli emilianisti opzione “divisiva”). I contiani stanno pilatescamente alla finestra. Di primarie si è parlato a lungo (come a Firenze), poi il capogruppo dem Francesco Boccia le ha – provvisoriamente escluse – in attesa di trovare la quadra su un nuovo nome.

E qui entrano in campo i Santi Medici “Niki e Miki”. Vendola è stato visto nei giorni scorsi al Comune di Bari. Per depistare qualche buontempone ha riferito che era in città per i preparativi della sua performance teatrale su Rocco Scotellaro. In realtà ha scambiato opinioni e orientamenti con alcuni maggiorenti dell’Emirato: la posizione di Si è cruciale perché finora tiepidamente schierata con Laforgia. E così Nikita potrebbe essere uno dei ricucitori della coalizione, magari facendo ritirare il penalista di sinistra-sinistra per una soluzione mediana, come quella rappresentata da Vito Leccese, capo di gabinetto di Decaro con una antica militanza nei Verdi (è stato anche deputato).

Michele Emiliano, invece, da settimane usa il carisma seduttivo da emiro per allargare la coalizione, superando ogni steccato ideologico (alle regionali è stato appoggiato anche dalla destra radicale): a Foggia ha costruito un fronte dai renziani ai 5 Stelle e ora vuole replicare lo stesso schema a Bari. Come? Alla Regione sta facendo ponti d’oro ai civici riluttanti (l’ex assessore Alfonso Pisicchio) e ad Azione (pur detestandosi con Calenda). Nel capoluogo regionale, però, non riesce ad avere la meglio su Laforgia, che non pensa affatto a ritirarsi (domani mattina potrebbe addirittura accelerare il suo percorso con uno strappo ufficiale). Da qui un avviso dai toni forti a tutti protagonisti della vicenda politica barese, con un parallelo con il capoluogo regionale siciliano: “Spero che la storia non finisca come a Palermo. Lì il film finisce male, con Totò Cuffaro e Dell’Utri che fanno vincere il loro candidato. Quella è la mafia vera e noi contro la mafia abbiamo lottato tutta la vita, mentre noi qui vogliamo dare un seguito a questa storia progressista”. L’emiro si autodefinisce “nonno” del popolo del centrosinistra e a  Laforgia non le manda a dire: “Bisogna non essere categorici. Tu ti accorgi se sei il candidato che unisce tutti o no. Laforgia deve capire se ha questo sentimento popolare dietro. Se non ce l’ha e si candida resta appeso così. Ha una storia professionale che non può essere buttata così”.

Sullo sfondo il mosaico della coalizione da riunire, lo spettro dei due candidati a sinistra, i 5S versione “Assopigliatutto” e le primarie possibile, pur smosciate dalle ultime dichiarazioni sui gazebo della leader Elly Schlein.

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