(foto Ansa)

l'audizione

Dal 7 ottobre in Italia 98 casi di antisemitismo. Il prefetto Pecoraro: "Dalle università silenzio assordante"

Luca Roberto

Il coordinatore nazionale per la lotta contro l'antisemitismo è intervenuto in commissione al Senato: "Serve creare un unico punto di raccolta dati. E programmi educativi: i ministri Valditara e Bernini facciano una proposta"

Dal 7 ottobre in poi sono 98 i casi di antisemitismo registrati in Italia. Lo ha reso noto il coordinatore nazionale per la lotta contro l'antisemitismo, Giuseppe Pecoraro. Il prefetto, nominato a gennaio dal governo, è intervenuto quest'oggi in audizione presso la commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza al Senato, presieduta dalla senatrice a vita Liliana Segre. "L'argomento è molto delicato. L'antisemitismo è fenomeno strisciante. Si vede e non si vede. Da questo punto di vista il 7 ottobre è stato un vero e proprio spartiacque", ha esordito Pecoraro. Che ha spiegato il ruolo svolto dalla sua struttura, di coordinamento tra prefetture e questure nazionali, con l'obiettivo, da qui in avanti, di istituire un punto di raccolta unico dei dati. "Perché senza conoscere il dato effettivo è inutile parlare di lotta all'antisemitismo. Questa ha bisogno di un'analisi preventiva", ha aggiunto il coordinatore nazionale.

Dall'invasione di Israele da parte di Hamas "abbiamo registrato 16 casi a Milano, 14 casi a Roma. 7 a Padova. Solo 4 casi nel sud Italia e nelle Isole. 37 episodi di atti vandalici. 16 episodi di hate speech sui social. 11 episodi di hate speech nelle manfestazioni. 21 episodi segnalati dalle università: 4 casi online, 5 casi di vandalismo e 7 casi difficili da catalogare", ha snocciolato Pecoraro. Spiegando che in seguito al riemergere di questo variegato elenco di eventi di antisemitismo "sono state implementate le operazioni di monitoraggio, in coordinamento con la polizia e le comunità ebraiche". Nell'audizione Pecoraro ha aggiunto che "il governo ha preso misure, sono stati messi in campo tutti gli uomini per la tutela di tutti i cittadini e dei soggetti sensibili". Ma ha anche specificato di voler provvedere alla modifica dell'articolo 603 del codice penale, "per meglio comprendere cos'è antisemitismo. Riprendendo gli esempi contenuti nella defizione dell'Ihra. Sono sempre stato contrario a un'azione repressiva. Prediligo una prevenzione a base di educazione, di attività che possono essere utili ai più giovani". Noi cosa possiamo fare? "Le segnalazioni le prendiamo tutte e cerchiamo anche di porre rimedio, intervenendo con i questori, come in un caso successo a Riva del Garda", ha ulteriormente chiarito Pecoraro. 

Nelle parole del coordinatore nominato da Palazzo Chigi ha fatto capolino anche una critica nei confronti di alcuni soggetti in particolare, che dagli attacchi di Hamas hanno veicolato messaggi antisemiti. Pecoraro si è detto molto colpito dal "silenzio assordante delle università, dei sindacati e delle società sportive. Mi aspettavo che dopo il 7 ottobre ci sarebbe stato un minuto di silenzio per i morti di Israele. E invece nulla. Mentre per quanto riguarda le università, evidentemente esistono ancora i cattivi maestri".

Sulla manifestazione di questa sera in piazza del Popolo a Roma, Pecoraro ha accusato la timidezza nell'organizzazione della piazza: "Ma ci voleva la comunità ebraica per organizzarla? In Francia è stata chiamata dal presidente del Senato. Da noi c'è la corsa ad andarci, ma nessuno l'ha organizzata. Tutto questo mi meraviglia. Vuol dire che la comunità ebraica si deve difendere da sola. Non è giusto. Perché questo è il momento delle scelte. La scelta del mondo occidentale. Un conto è criticare il governo israeliano, ma che c'entrano gli ebrei?". Il prefetto ha anche detto di aspettarsi un'iniziativa educativa "da parte dei ministri Valditara e Bernini. Noi siamo disposti a fare la nostra parte".

Di più su questi argomenti: