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il protocollo

Meloni dopo l'accordo con l'Albania sui migranti: "Ue informata, nessuna criticità"

"Può diventare un modello di collaborazione", dice la premier, spiegando l'intesa raggiunta ieri. Ma il premier Edi Rama avverte: "Non sarà facile"

"Un accordo che rafforza il partenariato strategico tra Italia e Albania e si pone sostanzialmente tre obiettivi: contrastare il traffico di essere umani, prevenire i flussi migratori irregolari ed accogliere solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale". All'indomani dell'intesa, la premier Giorgia Meloni spiega, in un'intervista al Messaggero, il contenuto del protocollo siglato con Edi Rama per la gestione dell'immigrazione.

Un accordo, preceduto dalla visita estiva di Meloni in Albania e dall'incontro del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi con il suo omologo albanese a settembre, che nasce "dalla considerazione condivisa che l'immigrazione irregolare di massa è un fenomeno che gli stati membri dell'Ue non possono affrontare da soli" ha riferito la presidente del Consiglio. In questo senso, "la collaborazione tra stati Ue e stati extra-Ue può essere decisiva", dice Meloni, aggiungendo che con quest'intesa "l'Albania si conferma non solo una nazione amica dell'Italia ma anche una nazione amica dell'Unione europea".

Parole confermate da Edi Rama, che ieri si è concesso ai microfoni di vari giornali italiani: "Quando c'è di mezzo l'Italia, noi rispondiamo", ha detto il premier albanese, esprimendo riconoscenza perchè "ci avete accolti quando da noi c'era l'inferno e sfiorammo la guerra civile".

 

Il nuovo protocollo prevede "la possibilità di utilizzare alcune aree in territorio albaese, segnatamente il porto di Shengjin e l'area di Gjader, nelle quali l'Italia potrà realizzare, a proprie spese e sotto la propria giurisdizione, due strutture dove gestire l'ingresso, l'accoglienza temporanea, la trattazione delle domande d'asilo e di eventuale rimpatrio degli immigrati", ha detto ancora Meloni, precisando che "l'accordo si applica agli immigrati soccorsi in mare, ad eccezione di minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili".

Rispetto a come funzioneranno i due centri, Meloni ha spiegato poi che "nel porto di Shengjin, l'Italia si occuperà delle procedure di sbarco e identificazione e realizzerà un centro di prima accoglienza e screening, mentre a Gjader, nell'ovest dell'Albania, realizzerà una struttura modello Cpr - centri per il rimapatrio - per le procedure successive".

"Le strutture" - ha aggunto la presidente del Consiglio -  potranno accogliere contestualmente fino a tremila immigrati per svolgere le procedure di frontiera, che questo governo ha ridotto a 28 giorni. Per questo nell'arco di un anno potranno essere trasferiti in Albania più di 36 mila immigrati". 

Sul coordinamento dei centri la premier ha inoltre detto che "la giurisidizione all'interno sarà interamente italiana, nei centri opererà personale italiano, le nostre forze di polizia e le nostre commissioni d'asilo. Esattamente come accade nei centri presenti sul nostro territorio nazionale". 

E tuttavia, difficilmente l'accordo potrà essere risolutivo. "Non possiamo essere noi la soluzione", ha spiegato Edi Rama, in quanto "possiamo accogliere un numero limitato di persone". "Noi vi diamo la disponibilità per l'accoglienza, a tutto il resto penserà l'Italia".  Il leader albanese ha inoltre sottolineato come la questione dei rimpatri dovrà essere affrontata affinché la soluzione adottata da Italia e Albania sia efficace: "Non sarà facile: tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Gli accordi con i paesi africani sono la cosa più difficile". 

Resta il nodo dell'Unione europea. La Commissione è stata informata, "senza che questo comportasse criticità", ha rivelato Meloni, secondo cui la collaborazione con l'Albania può "diventare un modello di collaborazione tra paesi Ue e paesi extra-Ue sul fronte della gesione dei flussi immigratori". Un tema che riguarda anche la sicurezza: "È sbagliata l’equazione tra immigrazione irregolare e terrorismo, ma è indubbio che un vasto contesto di illegalità possa diventare un terreno fertile per organizzazioni criminali e anche terroristiche"

Quanto alle condizioni in cui potranno trovarsi i migranti, Meloni ha infiine ricordato come l'Albania sia "membro del Consiglio d'Europa e candidata all'adesione all'Unione europea, al cui interno è pienamente garantito il rispetto del diritti umani".