Le riforme

Trattativa a oltranza sul premierato. Pera: “Così è una schifezza”

Gianluca De Rosa

Il disegno di legge in Cdm venerdì. Casellati fa sapere che le bozze "non sono definitive". FdI vorrebbe ancora cambiare la norma anti ribaltone. Ma se il testo manca, già è pronto il fronte del No 

“Per parlare voglio aspettare, m’informano e spero che il testo cambierà ancora, certo l’ultima bozza che ho visto era una  schifezza”, dice Marcello Pera, ex presidente del Senato di Forza Italia, oggi senatore meloniano e  da sempre sostenitore del presidenzialismo. La sua considerazione  svela quanto, nonostante il vertice di maggioranza di lunedì, la partita sul premierato non sia ancora chiusa. Il testo del ddl Casellati arriverà in consiglio dei ministri venerdì, fino ad allora però non si escludono modifiche. Va avanti non solo una trattativa interna alla maggioraza, ma anche, e soprattutto, una complicata trattativa sotteranea tra Palazzo Chigi e il Quirinale. Diffidare delle bozze che circolano, è il messaggio che fa filtrare la ministra per le Riforme Maria Elisabetta Casellati per placare lo scontento di FdI che, a differenza di Lega e Forza Italia, spera ancora in limature sul testo. E le bozze, però intanto,  continuano a circolare, facendo infuriare palazzo Chigi.

 

L’ultima, visionata anche dal Foglio, parla di un premierato “gentile” (come lo definiva ieri il capogruppo di Forza Italia in commissione Affari costituzionale a Montecitorio Paolo Emilio Russo). In particolare è stata alleggerita la norma anti ribaltone. La prima versione era molto rigida. Prevedeva, in caso di crisi di governo, la possibilità per il presidente della Repubblica di incaricare un altro parlamentare appartenente alla compagine del governo, senza alcun cambio della maggioranza a suo supporto. I poteri arbitrali del Colle sarebbero stati molto limitati. La nuova versione  (la cui circolazione ha fatto infuriare FdI)  pur ponendo limiti, è molto meno rigida e apre alla possibilità di nuove maggioranze parlamentari. Con questo escamotage: in caso di crisi il presidente della Repubblica può conferire l’incarico di formare il governo al presidente dimissionario o “a un altro parlamentare eletto in collegamento al presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all’indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il governo del presidente eletto ha chiesto la fiducia delle Camere”. Insomma, la continuità non deriverebbe dalla maggioranza che sostiene l’esecutivo, ma dal programma.


Non è un segreto che FdI e la premier Giorgia Meloni avrebbero voluto un premierato integrale, secondo il principio simul stabunt simul candent, e cioè il ritorno alle urne in caso di crisi. Un vero ridimensionamento del presidente della Repubblica mal visto dal Quirinale e ostacolato anche dalla Lega. Chi come Pera   sostiene da sempre il premierato proprio per la sua capacità di ridurre l’influenza del Colle invece non può essere contento di questa mediazione. 


La nebbia comunque non si è  ancora diradata. C’è invece una certezza. Per garantire una sana convivenza tra i partiti di governo, Lega e FdI in particolare, il ddl Casellati dovrà viaggiare in parallelo alla riforma dell’Autonomia. Dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri, anche grazie all’abilità del presidente della commissione Affari costituzionali, il senatore di FdI Alberto Balboni, il testo caro al Carroccio procede a singhiozzo al Senato, ma se venerdì tutto dovesse andare per il meglio, la commissione potrebbe completare il suo lavoro e inviare il testo all’Aula  per il voto. L’obiettivo della Lega arrivare al voto prima delle europee in entrambe le Camere. Un viatico per recuperare voti al nord. Tutto dipenderà anche dall’iter della riforma per il premierato. FdI  vuole che sia votata in prima lettura almeno in uno dei due rami del Parlamento entro le elezioni. Arriverà più tardi il referendum. 


A sette anni da quello tentato e fallito  da Matteo Renzi cambiano le riforme, ma rimane compatto il fronte del No. Dall’Anpi alla Cgil ci si prepara alla battaglia contro il premierato. Il primo a chiamare a raccolta tutti è il presidente dell’associazione partigiani Gianfranco Pagliarulo: “Ci auguriamo un largo e unitario contrasto a questa devastante proposta”, ha detto. Pronti anche i costituzionalisti del coordinamento per la democrazia costituzionale. Dice Mauro Volpi, professore ordinario di diritto pubblico all’università di Perugia e membro del coordinamento: “Per ora ci sono solo bozze, ma sicuramente ci sarà il premierato, una forma di governo che per ottime ragione non esiste in nessuna parte del mondo, siamo pronti a mobilitarci”.