L'intervista

Mulè: "Meloni non controlla il governo. Sulla manovra FI esclusa. Così non la votiamo"

Carmelo Caruso

"Siamo di fronte a un metodo "bozzofila". Siamo alla riedizione della genesi della tassa sugli extraprofitti. Moltiplicata per dieci. La premier è nervosa". Intervista al vicepresidente della Camera, il fedayn di Forza Italia

Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, onorevole di Forza Italia, lei vuole “pignorare” il governo Meloni? “Non sono io che lo voglio pignorare ma è il governo che ha rischiato di mettersi in mora”. È stato il primo a dire alla premier “giù le mani dai conti correnti”. In politica non equivale alla “procedura di sfratto”? “Siamo di fronte al metodo 'bozzofila', un proliferare di bozze pericoloso. Questo fenomeno dimostra che la testa di governo oggi non controlla il corpo del governo. Siamo alla riedizione della genesi della tassa sugli extraprofitti. Moltiplicata per dieci, e dico ahimè. Forza Italia non è stata coinvolta. Lo ha detto anche Antonio Tajani. Forza Italia ha il dovere di intervenire per arginare la tendenza ‘bozzofila’ altrimenti non vota, almeno io non voto”.


Mulè vuole sfasciare la manovra con la chiave inglese, l’emendamento? “La chiave inglese serve per imbullonare. Forza Italia, ripeto, non vota una manovra e misure che per natura, storia non può condividere”. Lei ha almeno capito se c’era o meno questa accelerazione nella procedura di pignoramento? “Esisteva, come esisteva un ulteriore aggravio sulla tassa di successione. Il governo, la premier, ha infatti disconosciuto la bozza. Le bozze sono come le idee nell’iperuranio ma se qualcuno le mette a terra, le fa circolare, il rischio è di finire nella caverna di Platone”. Chi le fa circolare? “Chi non vuole bene alla premier. La ‘bozzofila’ è ormai un metodo che crea inutili tensioni e che fa smarrire la maggioranza. In queste ore sono circolate bozze sulla cedolare secca. Non solo. In altre c’erano più tasse sugli assorbenti, addirittura sulla vendita delle case se oggetto di Superbonus. Non siamo al parco. Un governo non gioca a mosca cieca, e non possiamo inciampare ogni giorno in una nuova tassa. Finalmente, tra pochissimo come ha assicurato la premier la bozzofila verrà chiusa. Speriamo definitivamente, e soprattutto bene”. Lega e Forza Italia sono pronte a emendare. Non si era deciso che era un testo blindato? “L’emendamento non è una fatwa, proporre un emendamento non significa abiurare la manovra”.

  

Quante sono le chiavi inglesi di Lega e FI? “Di sicuro la nostra è la casa che come ripeteva Silvio Berlusconi è sacra. E’ la nostra chiesa… e un governo di centrodestra non bestemmia in chiesa. Mi sembra il minimo. Non introduce tasse, oneri”. C’è un maestro siciliano che ha inventato le cancellature. Si chiama Emilio Isgrò. In pratica volete fare come Isgrò, cancellare la manovra Meloni? “Ho incontrato proprio ieri Emilio e mi ha detto di diffidare dei ‘maestri’ e di essere autonomi. Sarò dunque chiaro. Nessuno vuole ‘scartavetrare’ la Finanziaria. Ma è nostro dovere, di FI, ottenere il massimo sulle pensioni, a partire da quelle minime. Blindare significa arrivare in maniera ordinata al testo finale”. Mulè, Mediaset fa dossieraggio? “La parola mi ripugna”. C’è o no dossieraggio da parte di Mediaset su Meloni? “Milito in un partito il cui leader, Berlusconi, per anni, è stato colpito, lordato, da un’attività prossima al dossieraggio. Lo abbiamo vissuto sulla nostra carne”. C’è o no? “Il dossieraggio non c’è”. E allora cosa (non) c’è più tra Meloni e FI, Mediaset? “C’è sul tappeto un problema evidente di nervosismo da parte della premier dopo gli audio di Striscia che comprensibilmente l’hanno ferita”.

   

C’è un’altra Forza Italia oltre a quella di Tajani. È la sua, di Licia Ronzulli, Cattaneo,  Barachini. Siete voi i fedayn, quelli che colpiscono Meloni in casa? “Vogliamo proteggere Meloni da chi intorno a lei sta minando queste “nozze” di governo e il suo equilibrio. Non siamo noi che la colpiamo”. Le vostre interviste, la vostra durezza, servono a comunicare a Meloni che deve parlare con l’altra Forza Italia? “Esiste una sola Forza Italia dove si milita con serietà e non si diventa generali subito dopo l’arruolamento. Avevo chiesto, e inutilmente, di inserire i due anni di militanza come prerequisito per ottenere incarichi di partito come quello di coordinatore provinciale. Non è stato accettato. E’ così che Forza Italia si disunisce per dirla alla Sorrentino. Sarò prevenuto ma io non credo ai folgorati dal sogno liberale”. A chi si riferisce? “Agli ex esponenti del M5s che ci volevano a Piazzale Loreto e che oggi vengono riveriti, accolti nel partito. Mi fa effetto vedere queste scene. Mi auguro solo che siano sinceri. Me lo auguro davvero”. Mulé si vuole candidare alla guida di FI contro Tajani? “A oggi manca la regola del congresso. Non mi sembra che ci siano ancora quelle precondizioni che possano fare pensare a una gara interna. Aspetterò la fine del tesseramento nazionale. Io a differenza dei folgorati sono sincero”.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio