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La cucina di Salvini è Catania. Ecco la città che sazia (di post e di voti) il leader della Lega

Carmelo Caruso

Insegue Apostolico e i giudici catanesi, ma nella stessa città un'altra toga lo ha assolto per la vicenda Gregoretti. Stravede pure per l'ex procuratore Zuccaro (che voleva come ministro).  Sono gli arancini del Capitano

A Palermo perde l’appetito e a Catania mangia con pittito, fame. A Palermo, Salvini, rischia di essere condannato, a Catania si è invece togato cuoco. I dispositivi dei giudici catanesi sono ora  i suoi arancini. Da una settimana pana la giudice Iolanda Apostolico, che “si deve dimettere”, ma nello stesso Palazzo frigge per il giudice Nunzio Sarpietro, che lo ha prosciolto per il caso Gregoretti. E, ancora,  un piano sotto, alla procura generale, c’è Carmelo Zuccaro (si è insediato ieri) che ha lessato le ong, ricordate, “taxi del mare”. Esiste una città dove il leader della Lega impasta pangrattato, codice penale, voti e che potrebbe presto avere Sebastiano Ardita come  gastronomo, nuovo procuratore capo.  Il vicepremier ha trovato a Catania la ricetta Apostolico. Salvini, qui, è al ragù.


I  dispositivi dei giudici di Catania  sono  il  suo riso bianco,  le loro bacheche social la mollica, mentre i pezzoni di carne li  aggiunge il Giornale, che dicono cresca di copie grazie alla doratura Salvini.  Ieri, il quotidiano di Sallusti  ha infornato un’altra toga, sempre vulcanica. E’ Sebastiano Mignemi, presidente della sezione penale, che a Catania, chiamano “il comunista” (questo il Giornale non lo sapeva). A Mignemi hanno svuotato l’armadio social e trovato post contro Musumeci e Berlusconi. Due giorni fa, un altro  ancora, un giudice, Rosario Cupri, stesso ufficio di Apostolico, non ha convalidato il fermo di sei migranti ed è quindi, per i social di Salvini, un “altro caso Apostolico”.

 

C’è pure la collega di Apostolico che si chiama Marisa Acagnino, che ha “stroncato” il decreto anti sbarchi Piantedosi,  la prima a manifestare solidarietà ad Apostolico.  Acagnino era a un passo dal candidarsi a sindaco di Catania con la lista dell’ex governatore Crocetta, di sinistra, e infatti su Libero (che fa arancini al burro e non al ragù come il Giornale) il titolo è “Ong, la giudice contro Piantedosi? Ecco con chi ha fatto politica”. Il presidente di sezione, l’ufficio dove lavorano Apostolico, Acagnino e Cupri, è Massimo Maria Escher. Attenzione,  la moglie di Escher si occupa di giustizia, consigliere della Corte d’Appello: fossimo in loro due cancelleremmo perfino l’iscrizione a pilates.

 

L’ufficio che sta facendo la fortuna (comunicativa) di  Salvini si occupa di migranti, materia che da quasi dieci anni è la specialità giudiziaria della città, come un tempo Palermo lo era per la “trattativa” (che non c’era) stato-mafia. La più bella firma dell’isola, Mario Barresi, de La Sicilia, dice che è iniziato tutto nel  2015 quando il procuratore Giovanni Salvi ha avocato un’indagine che era di Agrigento. Dopo il naufragio del peschereccio eritreo (58 vittime) Salvi ordina il recupero del relitto. Da allora nasce un nuovo “approccio” chiamato “approccio Salvi” fatto di “indagini nel rispetto dei migranti” che, naturalmente, la destra non ha mai masticato.

 

Subito dopo sono venute le inchieste, sempre di Salvi, sul Cara di Mineo e la nomina di Salvi a procuratore generale di Roma e pg della Cassazione. I suoi fascicoli  sono passati a Carmelo Zuccaro, il magistrato come lo vuole Salvini, il procuratore che è stato intervistato perfino dalla Cnn per il teorema delle “ong taxi del mare”. Per Zuccaro si era  parlato, e ne parlava la Lega,  di un ingresso nel governo gialloverde come ministro.  Secondo la ricetta Salvini-Apostolico, semplificando, a Catania,  ci sarebbero due modi di cucinare la giustizia:  una procura che sarebbe più liberale e un tribunale  di sinistra.

 

E però, spiega un avvocato, un baronetto del foro, “questa separazione non regge, dato che non c’è solo Zuccaro. E’ stato Sarpietro a far sorridere Salvini sul caso Gregoretti. Da una parte Salvini dà le notizie su Catania, ma dall’altra Salvini prende le buone notizie, di Catania”. Il caso Gregoretti è una sorta di  spin off del processo di Palermo ma con il lieto fine. L’accusa nei confronti di Salvini era sempre la stessa: sequestro di persona. Zuccaro, allora procuratore capo, aveva chiesto l’archiviazione. Sarpietro lo ha prosciolto dopo indagini e viaggi a Roma per ascoltare  Conte, Di Maio, Trenta, Toninelli. 

 

In una di queste trasferte, durante il Covid, in piena restrizione, venne pizzicato dalle Iene, a pranzo. Nulla di male se non fosse che il ristorante aveva aperto solo per lui. Oggi a Catania si è invece aperta la successione a Zuccaro come procuratore capo. Il favorito, per tutti, e per titoli,  è Ardita, i concorrenti sono Ignazio Fonzo,  Agata Santonocito. A pochi chilometri dal tribunale ci sono poi  le cliniche del vicepresidente della Regione, il leghista Luca, Sammartino, l’Angelucci dell’Etna, riferimento di Salvini, che qui   ne ha pure  un altro: ha infatti  siglato un’alleanza per le prossime europee con  l’ex governatore  Raffaele Lombardo (uscito da una triste vicenda giudiziaria e il caso vuole che Zuccaro avesse chiesto per lui l’archiviazione).

E’ a Catania che Salvini si sazia: 100 gr. di Apostolico, una passata di Zuccaro e una grattugiata di Lombardo. Sono gli arancini del Capitano (prende pure le prenotazioni! Per info, chiamate a Giorgetti).


 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio