(foto Ansa)

l'intervista

Smeriglio: "C'è spazio per una sinistra a sinistra del Pd. L'esempio è lo spagnolo Sumar di Yolanda Diaz"

Luca Roberto

"Una nuova lista per le europee? Ci sto pensando. Civati, Vendola e Cecilia Strada sono nomi da coinvolgere. Schlein? Un errore le critiche verso chi se n'è andato. I dem rischiano una crisi d'identità". Colloquio con l'europarlamentare, indipendente nel gruppo socialista

"Credo che l'esempio migliore per la sinistra europea sia Yolanda Diaz". Che cos'ha in mente in previsione delle prossime europee, l'europarlamentare Massimiliano Smeriglio - indipendente nel gruppo socialista ed eletto col Pd - lo spiega all'inizio di questo colloquio con il Foglio. Venerdì scorso, in Campidoglio, ha incontrato la vicepremier spagnola, leader della coalizione Sumar. Il modello è quello lì? "Così come in Spagna la sinistra poggia su due gambe che cooperano, il psoe di Sanchez e Sumar della Diaz, credo che in Italia sia importante che tutti e tre i soggetti del campo progressista, dal Pd ai rosso-verdi al M5s, riconquistino degli spazi nella società, parlando ai giovani, a chi vive di stipendio e pensione, al ceto medio. Dobbiamo recuperare parti di popolo da sfiducia e disincanto". Un progetto, quello delineato dall'ex vicepresidente della Regione Lazio, che prevederebbe la costruzione di una nuova lista di sinistra da presentare alle prossime elezione. Di cui lui, dicono i bene informati, sarebbe una specie di deus ex machina. "L'idea c'è, ne hanno parlato Bonelli e Fratoianni a Visionaria fest. Io sono un uomo di sinistra, e ho sempre lavorato tra le linee, facendo da ponte tra il riformismo e la cosiddetta sinistra radicale", spiega oggi. "Per questo spero che tutte le componenti della sinistra si rafforzino. In primis il Pd, tenendo fede al proprio impegno di forza di governo. Poi l'alleanza sinistra-verdi, che rappresenta culture politiche che in Italia sono ancora deboli. Ma anche il Movimento cinque stelle, che ha prodotto un'ondata di populismo dolce e ora deve cercare di uscire dall'autoreferenzialità identitaria". 

  

Secondo Smeriglio, "uno dei più grandi danni prodotti a sinistra è stata la teoria della rottamazione. Perché rottamare le persone vuol dire rottamare le idee. E se vuoi fare la storia devi appartenere a una storia. Rivendicarla. Come fa la Meloni". Per questo, nelle intenzioni dell'europarlamentare eletto con il Pd ma in quota indipendenti, e alla prima legislatura, c'è bisogno di recuperare intellettuali, idee, linguaggi, personalità di sinistra. Magari chiedendo loro un impegno diretto nella corsa a Strasburgo, Tipo? "Penso all'esperienza sui territori di Pippo Civati, ma non solo. Anche a Nichi Vendola, che da governatore è stato capace di trasformare completamente la Puglia. Oppure alle competenze dimostrate sul campo da Cecilia Strada. Tutti nomi che spero non si sentano in difetto nell'essere tirati in ballo da me così su due piedi. Per esempio, mi ha fatto abbastanza impressione che alla festa dell'Unità il Pd non abbia invitato uno come Goffredo Bettini. Il Pd rischia una crisi di identità, dimenticate le culture fondative, quella cattolica democratica e quello che viene dalla storia lunga del Pci, cosa resta? Se restano liberal di stampo americano e liberisti diventerebbe un luogo irriconoscibile".

 

L'obiettivo sarebbe quello di costruire un soggetto che recuperi la storia della sinistra, ma utilizzi parole nuove, innovi la propria proposta politica. "E uno dei cardini dovrebbe essere la costruzione di un'agenda pacifista. Il che non vuol dire non riconoscere le responsabilità della guerra in Ucraina, che appartengono alla Russia e a Putin. Ma sostenere con più convinzione i progetti di pace, non lasciando che a occuparsene sia solo il Papa. E poi bisogna battersi per l'autonomia strategica dell'Ue. Siamo in primo luogo europeisti e non atlantisti".

  

Eppure, nei ragionamenti di Smeriglio, molto dipenderà da quanto e come evolverà il Partito democratico. Ha visto le dichiarazioni di Nicola Zingaretti, secondo cui con la leadership di Elly Schlein il Pd rischia di non arrivare neppure al 17 per cento? "Non credo che Zingaretti abbia pronunciato parole così volgari, che reputo sbagliate. Sono un indipendente, anche se lavoro alacremente nella delegazione dem a Bruxelles, non conosco nel dettaglio e non partecipo alla vita interna del Pd. Ma auguro ai dem di sviluppare al meglio la loro vocazione di partito guida della coalizione. Hanno garantito stabilità, eppure adesso siamo in un'altra fase. La destra è socialmente è culturalmente forte. Bisogna sapersi ripensare". Fatto sta che lo stesso Smeriglio considera irrispettose le parole rivolte da alcuni dirigenti dem nei confronti di esponenti locali liguri che hanno scelto di uscire dal partito. "Perché il Pd deve restare una casa aperta, non chiudersi al proprio interno. La deriva settaria produrrebbe un danno alla democrazia italiana". Ultimi consigli non richiesti alla segretaria? "Rinunci a una battaglia di bandiera nella scelta del prossimo candidato alla presidenza della Commissione europea. E proponga proprio il nome di Yolanda Diaz. Credo che metterebbe d'accordi tutti nel campo largo progressista".