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le dichiarazioni

Meloni: "La tassa alle banche? L'ho decisa io: la rifarei"

Salario minimo, alleanze europee, Pnrr, legge di Bilancio: la premier parla ai giornalisti dalla masseria pugliese dove si trova con la famiglia. E dice che si sente gli occhi addosso: troppa curiosità per le sue vacanze

Tre giornali e un'intervista a Giorgia Meloni. Dalla masseria tra gli ulivi di Ceglie Messapica, provincia di Brindisi, la premier ha incontrato Repubblica, Corriere della Sera e La Stampa e con loro ha parlato degli equilibri di governo, anche alla luce delle polemiche recenti con Forza Italia sulla tassa agli extraprofitti delle banche, di salario minimo, alleanze europee, Pnrr, legge di Bilancio. Togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, come quello nei confronti del presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini – "molto nervoso, forse per le scelte che abbiamo fatto sulla nomina del commissario Figliuolo" – e della Cgil. 

La tassa sugli extraprofitti alle banche? "Certo che la rifarei, è una iniziativa che ho voluto io", afferma la presidente del Consiglio. "Ho massimo rispetto del sistema bancario e non ho intenzione di colpire le banche. Ma c'era una situazione di squilibrio", spiega. "Il sistema bancario è stato veloce ad alzare i tassi dei mutui, ma ha lasciato invariati i tassi cha venivano riconosciuti ai risparmiatori e si è creata una distorsione". Meloni comprende le critiche del vicepremier Antonio Tajani (FI) al provvedimento, che parlando con il Foglio ha criticato il blitz non concordato del provvedimento in Cdm. "Ci può essere sicuramente una questione di metodo", replica Meloni: "Ho coinvolto in minor misura la maggioranza perché la questione, diciamo così, non doveva girare troppo. Questa è una materia molto particolare e delicata su cui mi sono assunta la responsabilità di intervenire". E assicura che il ministro dell'Economia "Giorgetti è stato pienamente coinvolto".

Riguardo alle alleanze da costruire in vista delle elezioni europee, Meloni dice che è "troppo presto per parlarne", ma che non metterà veti su Marine Le Pen: "Sbaglia chi pensa che si possano a monte definire alchimie. Io lavoro per far crescere la famiglia dei conservatori e mi pare che questo margine esista fortemente. Vorrei costruire una alleanza omogenea. Non credo nelle larghe intese: se non funzionavano in Italia, figuriamoci in Europa". Quanto al veto di Forza Italia su Marine Le Pen, Meloni replica. "Io non metto veti, non ritengo di avere questa autorevolezza e comunque non mi pongo adesso il tema".

Sul salario minimo, Meloni dice di non essere sorpresa dalla reazione della sinistra all'incontro avuto venerdì: "L'opposizione vuole fare politica invece che affrontare davvero la questione. Loro sono consapevoli del fatto che il salario minimo non risolve il problema del lavoro povero ma ti dicono che siccome hanno iniziato una raccolta di firme la portano avanti. Io ho detto una cosa precisa: diamo sessanta giorni al Cnel, in tempo per la legge di Bilancio, per fare una proposta complessiva di lotta al lavoro povero che può prevedere, per alcune categorie, il tema del salario minimo".

Sempre in tema di lavoro, la premier ha detto di voler puntare anche nella prossima legge di Bilancio sul rinnovo del cuneo fiscale: "Rimane una delle mia priorità. Lo è stata anche nella precedente manovra, in cui abbiamo affrontato questioni come la detassazione dei premi di produttività e il bonus energia. La mia linea è concentrare tutti i fondi sui bassi salari. Ne ho parlato anche ai leader della maggioranza, per essere certi che tutti condividano quest'obiettivo. Poi decideremo le misure". 

Timori su un "autunno caldo"? "Quando hai uno dei principali sindacati italiani che convoca una manifestazione prima che la legge di bilancio sia scritta, sai che non è un tema di merito, ma di opposizione pregiudiziale. Penso che gli italiani vedano che il governo sta facendo il massimo, che non si è risparmiato e qualche risultato arriva. L’Italia cresce più dei principali paesi europei, si registra il minimo di disoccupazione degli ultimi 14 anni e il record di occupazione femminile", dice Meloni, che spiega così il calo dello 0,3 per cento del pil: "C’è una congiuntura internazionale. Se la Germania va in recessione tecnica è ovvio che qualche contraccolpo c’è, siamo economie interconnesse. Al netto del Pil i dati dicono che un po’ di risultato del lavoro del governo si vede. Poi ci sarà sempre una opposizione pregiudiziale che pensa che tu non debba stare al governo, anche se hai vinto le elezioni. Ma ci sta".

Sul Pnrr e i progetti urbani cancellati dopo le modifiche, di cui si lamentano i sindaci, Meloni sostiene che non "non abbiamo tagliato niente, le opere saranno portate avanti. Temi come i mille euro sulla piccola ringhiera sono incompatibili con i grandi obiettivi strategici e di infrastrutture previsti dal Pnrr. Vogliamo fare quello che serve per modernizzare questa nazione e stiamo spostando alcuni fondi su altre voci del bilancio dello stato".

La premier risponde infine a una domanda sulla situazione in Niger e su un possibile intervento militare francese: "Bisogna essere molto prudenti sul tema del Niger, ma non è una minaccia per il piano Mattei che presenteremo in autunno per una cooperazione non predatoria da pari a pari. Alla ripresa ci saranno altre misure nella lotta contro i trafficanti. Sui migranti io non ho cambiato idea, ma l’approccio securitario non può bastare". 

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