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l'intervista

Squeri (FI): "Né negazionisti né catastrofisti: la transizione è una cosa seria"

Loris Corvino

Per affrontare gli eventi climatici estremi serve coniugare la riduzione delle emissioni alla prevenzione, ci dice il responsabile dipartimento Energia di Forza Italia. Ma "il governo deve prestare più attenzione a come comunicare le sue idee e quello che sta facendo"

“Dall’oggi al domani gli eventi climatici non si riescono a influenzare. È chiaro che il governo deve prestare più attenzione a come comunicare le sue idee e quello che sta facendo ma senza illudere la gente che ci siano soluzioni facili”. Secondo Luca Squeri, responsabile dipartimento energia di Forza Italia, è questo l’approccio giusto da seguire per affrontare il tema del cambiamento climatico in relazione agli eventi che si stanno verificando, tra incendi e forti alluvioni da nord a sud Italia

L'accusa al governo Meloni è quella di minimizzare se non addirittura negare che ci siano dei cambiamenti climatici. Eppure sia il ministro Gilberto Pichetto Fratin sia il ministro Nello Musumeci hanno parlato di climate change in alcune recenti dichiarazioni. Quest'ultimo però è stato anche travolto su Twitter dalle reazioni di molti utenti e attivisti ambientali che hanno criticato un suo post in cui faceva genericamente riferimento al “maltempo”, invece di utilizzare il più impegnato hashtag #ClimateChange.

Semplice scelta dialettica dovuta anche all’utilizzo dello stesso termine da parte dei media, o linguaggio rivelatore di un pensiero di destra restio a confrontarsi sul tema del cambiamento climatico? “Credo ci sia tanta strumentalizzazione, sia da una parte che dall’altra. Io non sono assolutamente né un negazionista né un catastrofista, semplificando i due estremi. La transizione ecologica è un impegno serio, da portare avanti senza farne una battaglia ideologica. Un conto è la comunicazione, altro è la propaganda, ma io non voglio fare propaganda, anche se è uno strumento anche necessario per convincere l’opinione pubblica delle tue scelte”.


Sull’impossibilità di ottenere risultati positivi immediati Squeri parla anche della necessità di coniugare investimenti per la riduzione delle emissioni a un piano di interventi di prevenzione dei danni che gli eventi climatici estremi possono causare: “Sono due argomenti assolutamente attinenti, vincolati l’uno con l’altro. Ci vuole sia un piano di riduzione delle emissioni, anche se questo avrà effetti benefici tra decenni, sia un intervento strutturale di messa in sicurezza del territorio che può essere studiato e attuato e porterebbe benefici nell’immediato. Da questo punto di vista in passato ci sono stati sbagli di impostazione strutturale, che potevano essere evitati”, afferma. 

 

Precisando la linea del centrodestra sul tema, il responsabile energia di Forza Italia torna anche sulla polemica già avviata da Matteo Salvini nei confronti di Frans Timmermans, commissario europeo per il Clima, e delle scelte ambientali dell’Ue, a suo dire esempio di un'ideologia che prevarica la razionalità: “Il centrodestra ritiene che la transizione energetica vada fatta in maniera seria, rispettando i criteri che sono stati condivisi: neutralità tecnologica, sostenibilità ambientale, economica e sociale. Tutto il resto sono approcci ideologici e di parte, come il blocco alla vendita di auto a benzina e diesel nel 2035. Non voglio arrivare a immaginare che dietro una decisione del genere ci sia la volontà di portare benefici a paesi come la Cina, che se parliamo di auto elettriche ha un vantaggio legato alle batterie molto importante”. 

 

Infine, alla domanda su come si possa fuggire dalle accuse di minimizzazione climatica, senza tuttavia cedere al puro allarmismo, Squeri risponde: “Parlando con serietà delle cose, delle prospettive e delle soluzioni. Ad esempio sul mix energetico da utilizzare è facile parlare di 'sole e vento' come se fossero la soluzione a ogni problema. Sole e vento sono una parte, insieme a tutte le altre fonti, come anche le biomasse e il nucleare, che solo a nominarle sembra quasi di bestemmiare in chiesa. Un ambientalista che pensa di poter salvare l’ambiente senza parlare di queste cose o è in buonafede ma ignorante o in malafede”.

 

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