Paolo Sottocorona (LaPresse)

Caronte e ei suoi fratelli

Il meteorologo Paolo Sottocorona invita, sul caldo, a dare “notizie e non minacce”

Marianna Rizzini

“Non sono un negazionista ma contesto il modo impreciso e iper-allarmistico con cui viene presentata la situazione. Drammatizzare parlando di temperature ‘infernali’ può portare a una inutile diffusione del panico"

“Non sono notizie, sono minacce”. Sì, fa caldo, molto caldo, è metà luglio e non dicembre, motivo per cui il meteorologo Paolo Sottocorona, due giorni fa, su La7, interpellato a “L’Aria che tira”, è sbottato in chiave anti-allarmistica davanti al conduttore Francesco Magnani, che dava conto delle descrizioni apocalittiche sulla temperatura in Italia, anche sulla stampa internazionale: “Per forza, leggono i giornali italiani che scrivono sciocchezze e usano nomi di fantasia. Il caldo salirà un po’ fino a mercoledì-giovedì, ma non penso ai livelli che vengono minacciati”, diceva il meteorologo, alludendo ai vari anticicloni Caronte, Lucifero e simili fratelli infernali che incombono con i numeri (43, 45, 47 gradi annunciati).

   

   

Che cosa succede? C’è dell’esagerazione o no? E dove si colloca la verità? Sottocorona l’ha presa come una missione: apre i suoi interventi con “e anche oggi non abbiamo raggiunto i 47 gradi”. “Non sono un negazionista”, dice al Foglio, “ma contesto il modo impreciso, poco chiaro e iper-allarmistico con cui viene presentata una situazione che, fosse davvero quella minacciata, sarebbe certo pericolosa. Ma non è proprio così, i 47 gradi si raggiungono e si sono raggiunti di rado e per poco tempo in zone interne della Sicilia o della Sardegna. Invece sono tre settimane che si annuncia l’arrivo di temperature ‘infernali’, drammatizzazione che può portare a una inutile diffusione del panico e a una sorta di autosuggestione presso una certa categoria di persone  – e non è una minoranza – che per età e abitudine, o perché non è abbastanza smaliziata, tende a fidarsi, come si diceva un tempo, di ‘quello che dice la tv’ o, oggi, il web. Che lo si dica per avere più contatti sui siti o meno, è un comportamento dannoso. Senza contare che chi fa previsioni meteorologiche da qui a 15 giorni mente sapendo di mentire”. Fino a tre giorni, dice Sottocorona, la previsione è per lo più attendibile, tre 3 e 7 si possono individuare “delle linee di tendenza”, oltre “siamo nelle mani di Giove”.

   

La sua “missione da Don Chisciotte che lotta contro i mulini a vento”, scherza senza in realtà scherzare Sottocorona, riguarda il fatto, dice, “di doversi porre il problema di come vengono vissute certe minacce sul clima, perché ripeto: spesso non sono notizie ma vengono sparate come se lo fossero, con la conseguenza che il prezzo di questa imprecisione viene pagato magari da gente che si allarma e si spaventa, e magari neanche si può permettere il condizionatore. Siamo nel periodo statisticamente più caldo dell’anno, e i 47 gradi, come dicevo, si possono anche raggiungere per un tot di tempo in alcune località. Ma ecco, quando sentite 47 gradi, chiedetevi, chiedete e pretendete che venga spiegato dove, quando e per quanto”. 

    
Forse l’allarmismo è dovuto anche ai timori legati al cambiamento climatico. “C’è molta confusione”, dice Sottocorona: “Il grande caldo viene letto come testimonianza del cambiamento climatico, ma bisogna fare attenzione. Ci sono alcuni falsi testimoni, come li chiamo io. Il cambiamento c’è, ma il parametro cui guardare non è necessariamente l’estate più calda o più fredda. L’anno prossimo potrebbe benissimo esserci un’estate fresca e piovosa, per dire, fermo restando il fatto che sia in atto il riscaldamento globale. Ma non è detto che questo porti ovunque un aumento delle temperature. Anzi. Faccio un esempio: lo scioglimento del ghiacci al Polo Nord potrebbe portare nell’Atlantico acqua più fredda e dolce, cosa che potrebbe rallentare per così dire l’azione della corrente del Golfo, con il risultato che la Gran Bretagna, la Scandinavia e il Nord della Francia assisterebbero a un calo delle temperature. Cambiamento climatico vuole dire rottura di un meccanismo, irregolarità. Siccità ma anche alluvioni, come si è visto tragicamente in Emilia Romagna. E’ una realtà complessa che esige un’informazione accurata”.
 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.