dall'aula

La versione di Santanchè: "Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia"

La ministra del Turismo riferisce in Aula dopo l'inchiesta di Report sulle presunte irregolarità delle sue aziende Visibilia e Ki groups

È il giorno di Daniela Santanchè in Senato. La ministra del Turismo fornirà la sua versione dei fatti riguardo a quanto emerso dalla puntata di Report del 19 giugno “Open to fallimento”. In particolare le accuse riguardano la gestione delle due aziende Visibilia e Ki groups, dove secondo l'inchiesta giornalistica ci sarebbero dipendenti non pagati, problemi con i fornitori, Tfr non erogati e cassa integrazione usata in modo fraudolento.

Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano Domani, la procura di Milano indaga per falso in bilancio.  "Stamattina è accaduto qualcosa che va veramente oltre la mia immaginazione che dovrebbe allarmare tutti senza alcuna distinzione di partito. Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi", ha detto Santanchè ai parlamentari. 

"Sono stata oggetto di una campagna di vero e proprio odio nei miei confronti", ha continuato, aggiungendo: "Ma è normale che un ministro della Repubblica legga che, secondo un giornale, sarebbe indagato. È un paese normale quello in cui un giornalista può scrivere cose secretate e ignote alla diretta interessata? Chiuderemo entrambi gli occhi su questa pratica? Se non fosse per il rispetto che porto per quest'aula chiuderei io qui il mio intervento".

"Mi fa sorridere – ha poi aggiunto – che le critiche più feroci vengono da molti che in privato hanno tutto un altro atteggiamento nei miei confronti. A volte fa anche piacere prenotare nei locali di intrattenimento che io ho fondato. Ma io sono felice di farlo. E mi fermo qui per carità di patria...".

La difesa di Santanchè

"I pretesi scandali sono il maldestro tentativo di impedire alle aziende che ho fondato di portare a compimento la ristrutturazione in corso facendo legittimamente ricorso agli strumenti messi a disposizione per tutte le imprese dai precedenti governi e tuttora vigenti. Qualcuno vorrebbe che non si concludesse la ristrutturazione in corso per farmene poi una colpa grave. Ciononostante vi assicuro che il mio progetto di ristrutturazione è molto più virutoso di quello di altre aziende nelle stesse condizioni".

"Non ho mai avuto partecipazione nel settore dell'alimentare biologico, come molti media hanno raccontato, la mia partecipazione in Ki Group non ha mai superato il 5 per cento. A fronte delle notizie di compensi stratosferici da Ki Group, nel triennio 19-20-21 ho incassato una media di 9mila euro l'anno, 27mila lordi in totale", ha aggiunto Santanchè. "Gli appunti mossi a tale società negli anni successivi esulano da ogni mio presunto intervento, essendo uscita da ogni organo e avendo tenuto solo il 5 per cento delle partecipazioni". 

"Per quanto riguarda Visibilia, mentre il Domani sostiene il contrario, ripreso da Repubblica on line, non sono stata raggiunta da alcun avviso di reato e men che meno da alcun rinvio a giudizio" precisa.

Il M5s presenta mozione di sfiducia contro Santanchè

"Abbiamo presentato da pochi minuti una mozione di sfiducia nei suoi confronti". Lo ha annunciato, nell'Aula del Senato, il capogruppo del Movimento cinque stelle a palazzo Madama, Stefano Patuanelli, nel corso del dibattito relativo all'informativa del ministro del Turismo, Daniela Santanchè, sui fatti connessi a un servizio giornalistico televisivo e successivi articoli di stampa. Al termine dell'intervento di Patuanelli, i senatori del M5s hanno intonato il coro "dimissioni, dimissioni".

Il Terzo Polo si spacca. Borghi (Italia Viva): "Non chiediamo le dimissioni di Santanchè"

"Qui siamo a fare politica, non chiediamo le sue dimissioni come voi avete fatto con noi. Noi diciamo che ogni valutazione sul prosieguo della sua esperienza di ministra è nelle mani sue e del presidente del Consiglio, che si assume la responsabilità politica. Se c'è dell'altro tragga le necessarie conclusioni. La decisione è tutta nelle sue mani". Lo ha detto Enrico Borghi, di Italia viva, in aula Senato dopo l'informativa della ministra Santanchè. Ma nel Terzo Polo, che in Parlamento è il gruppo comune di Azione e Italia Viva, è spaccato sulla posizione da assumere. Mentre i renziani sostengono la linea espressa da Borghi, Carlo Calenda e i suoi chiedono alla ministra di "valutare un passo indietro". 

Il Partito democratico chiede le dimissioni di Santanchè 

Per il Partito democratico ha preso la parola il senatore Antonio Misiani. "La giustizia farà il suo corso, la ministra si difenderà se coinvolta, qui il tema è l'opportunità politica: può una ministra avere una società in debito con lo stato italiano? Può una ministra di un governo che ha approvato un decreto lavoro il 1 maggio guidare un'azienda che non ha pagato i suoi dipendenti? Può una ministra che ha giurato di compiere la sua funzione pubblica con disciplina e onore rimanere al suo posto dopo questa sequenza di fatti? La risposta è no - ha detto Misiani concludendo il suo intervento - non può rimanere al suo posto. Oggi noi chiediamo a Santanché di essere coerente con se stessa, con le parole pronunciate negli anni. Le chiediamo di rassegnare le dimissioni per il bene del governo e delle istituzioni di questo paese". Fuori dal Senato Misiani ha poi precisato: "Voteremo a favore della mozione di sfiducia". 

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