Il consiglio europeo

Salta la mediazione di Meloni con Orban e Morawiecki. Nessun capitolo migranti nelle conclusioni del vertice

Simone Canettieri

La soluzione sarà una dichiarazione del presidente del Consiglio europeo Charles MIchel, che non richiede l'unanimità. L'obiettivo della premier era portare Polonia e Ungheria, contrari all'intesa sul''immigrazione, sulle posizioni del resto della Ue. Non è riuscito

Dal nostro inviato a Bruxelles.  Alla fine quei trentadue minuti spesi per mediare, smussare e soprattutto per convincerli, non sono bastati. Ungheria e Polonia non hanno cambiato idea sulla gestione migratoria europea, nonostante il tentativo di Giorgia Meloni.
A margine del Consiglio europeo, questa mattina, la premier aveva infatti incontrato nella sede della delegazione italiana il primo ministro della Polonia, Mateusz Morawiecki,  e il premier ungherese Viktor Orban. Gli storici alleati e modelli della leader di FdI sono diventati dei problemi concreti in queste ore.  

Al centro del vertice: il muro sul patto dei migranti dei due paesi sovranisti. Il no di Varsavia e Budapest che continuava a bloccare i lavori. La mossa di Meloni era chiara: provare a portare Polonia e Ungheria sulle posizioni del resto della Ue. Mediare per dimenticare le ideologie sovraniste nel nome del pragmatismo. Una missione difficile, che infatti non è riuscita. La Polonia, per esempio, in autunno andrà al voto e sul ricollocamento dei migranti non vuole accettare compromessi. Così il capitolo sui migranti esce dalle conclusioni del Consiglio europeo, sostituita probabilmente da una dichiarazione del presidente del Consiglio europeo Charles MIchel, una soluzione quest'ultima che non richiede un'adozione all'unanimità.

La giornata di Meloni era iniziata invece all’hotel 'Amigò a Bruxelles, con una colazione di lavoro a cui hanno erano presenti anche il cancelliere tedesco Scholz, il presidente francese Macron e il premier dimissionario spagnlo Sanchez, oltre allo stesso Morawiecki, Iohannis, Rutte, De Croo, Costa e Kristersson. I leader europei hanno discusso la capacità dell'Ue di accogliere e integrare nuovi stati membri.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.