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Maggioranza estiva

A zonzo nel deserto in Senato. I parlamentari di centrodestra? Non vanno in Parlamento

Salvatore Merlo

Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, cerca i membri della sua maggioranza. Tutti assenti in Aula. Si lavora solo martedì e mercoledì

C’è un uomo assai composto e perbene, al governo, che ha bisogno di tutta la nostra solidarietà. Egli si chiama Luca Ciriani, è ministro per i rapporti con il Parlamento, e deve evitare che la maggioranza vada sotto nei voti d’Aula. In questi giorni, se lo vedete aggirarsi per il suo studio, curvo e assorto, non crediate che cerchi la biro: cerca i parlamentari della sua maggioranza. Perché quelli in Parlamento non ci vanno. E infatti, per dire, quando ieri mattina alle 10, uno alla volta, i venti rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Banca d’Italia, Abi, Ispra e Iss convocati dal Parlamento si sono presentati in audizione nell’Aula della commissione Affari europei del Senato hanno spalancato gli occhi di fronte allo spettacolo che gli si parava davanti: l’Aula vuota. Fisicamente presenti soltanto alcuni membri dell’opposizione, nel numero complessivo di tre, più un deputato di Fratelli d’Italia, tale Satta, collegato però da casa. E col tasto “muto” schiacciato sul computer. C’era? Non c’era? Dormiva? Era in bagno? Chissà. Nessuno lo ha mai sentito fiatare.

Quando nel pomeriggio, alle 15.30, in commissione entra addirittura il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin la situazione non cambia. C’è il Pd. C’è Azione. Ma al netto di una breve apparizione del senatore Marco Scurria, di Fratelli d’Italia, manca del tutto la maggioranza di governo. Assenti. Tutti. Persino davanti al ministro, il loro ministro, che intanto roteava gli occhi come se inseguisse una mosca nella stanza mezza vuota. Sicché, quando ieri un rappresentate sindacale (uno peraltro convocato da Fratelli d’Italia) ha chiesto timidamente come mai non ci fosse nessuno, “nemmeno il senatore che mi ha chiamato qui”, ecco che altrettanto timidamente gli è stata data questa candida risposta: “E’ lunedì mattina”. In Senato d’altra parte, lo sanno tutti, il lunedì mattina è chiusa persino la buvette. Si lavora dal martedì al mercoledì. E in più è praticamente estate. Non si può mica pretendere. Anche se Giorgia Meloni, ecco, lei in teoria, per la verità, pretenderebbe che un po’ in Parlamento ci andassero i suoi. La settimana scorsa, per dire, questa svogliatezza blasé del centrodestra, questo languore estivo, quasi di lago o di lungomare, ha mandato sotto il governo in commissione Bilancio al Senato. Claudio Lotito e un altro senatore di Forza Italia non s’erano alzati dal letto. “La sera prima erano andati a un cocktail”, ha spiegato La Russa. Destino cinico e bar. Il 27 aprile la maggioranza s’era addirittura fatta bocciare il Documento di economia e finanza perché mancavano in sette. Ora, trovate uno che vorrebbe stare nei panni di Ciriani.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.