l'intervista
“Sull'abuso d'ufficio Schlein sbaglia, l'abrogazione è l'unica soluzione”. Parla D'Amato
L'ex assessore del Lazio contesta la linea della segreteria del Pd e si schiera con i sindaci: "I tentativi di tipizzare il reato sono stati già fatti e non hanno risolto il problema"
“Per evitare di ingolfare i tribunali con processi inutili e salvare la burocrazia dal terrore della firma con autorizzazioni e permessi che rimangono bloccati per mesi penso che l’abrogazione dell’abuso d’ufficio sia la strada maestra, la scelta del governo è corretta, ed è d’altronde quella che i sindaci, compresi quelli del Pd, indicano da tempo”. Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio ai tempi della pandemia, candidato sconfitto alla presidenza e oggi consigliere dem alla Pisana, si schiera con il fronte dei sindaci e invita il Pd ad avere un atteggiamento più coraggioso e, senza tentennamenti, sostenere la scelta del governo di abrogare l’abuso d’ufficio.
Dentro al partito i sindaci, dal presidente dell’Anci e primo cittadino di Bari Antonio Decaro al sindaco di Pesaro Matteo Ricci, sono a favore della soluzione. Elisabetta Gualmini, eurodeputata ed ex vicepresidente dell’Emilia-Romagna, su Twitter lo sottolinea: “Sono stati i nostri sindaci a chiedere una profonda revisione. Non possiamo essere noi a contestare, nessuno capirebbe”. Anche il governatore campano Vincenzo De Luca ha lodato la scelta del governo: “è importante e positiva”. La linea ufficiale del Pd però l’ha dettata la segreteria di Elly Schlein: giusto rivedere l’abuso d’ufficio come chiedo i primi cittadini dem, ma non abrogarlo. “Temo che rivedere l’abuso d’ufficio per correggerne le distorsioni – dice D’Amato – sia operativamente e tecnicamente molto complicato. Di tentativi – prosegue – ne sono stati fatti molti, l’ultimo nel 2020 dal governo Conte, eppure i numeri mostrano come le cose non sono cambiate, proprio per questo penso che la scelta di intervenire alla fonte, cancellando il reato, sia l’unica possibile”.
C’è però chi dice che non sia così. Persino un principe del foro, uno degli ex avvocati di Silvio Berlusconi, come Fausto Coppi non vede la scelta come risolutiva: “V orrà dire che i pm procederanno per corruzione, e al posto dell'abuso avremo la corruzione. Non mi pare una grande alzata di ingegno”, ha dichiarato questa mattina. Un’idea simile circola anche nel Pd. Lo ha detto ad esempio questo pomeriggio il senatore Alfredo Bazoli all’Agi: “C'è il rischio che questo vuoto venga colmato dai giudici attraverso l'estensione di altre fattispecie di reato. Un cittadino che si sentisse danneggiato dalla pubblica amministrazione, anche in assenza del reato specifico, non rinuncerebbe a rivolgersi alla magistratura che, da parte sua, dovrà in ogni caso aprire dei fascicoli”. “Astrattamente comprendo questa preoccupazione – dice l’ex assessore D’Amato – ma un reato come la corruzione è più difficile da ipotizzare, ci deve essere un corrotto, un corruttore e una dazione di denaro”.
Nel Pd c’è anche chi, come il responsabile alle Riforme e il Pnrr della segreteria Schlein Alessandro Alfieri che sostiene sia necessario “essere cauti” perché, dice: “Il progetto di direttiva dell’Ue sulla corruzione prevede il reato di abuso d'ufficio. Quella norma si può restringere, tipizzare, ma bisogna valutare l'impatto che la riforma del governo potrebbe avere sull'attuazione del Pnrr”. Per D’Amato l’unico impatto possibile è positivo. “Sul Pnrr – dice –siamo già in ritardo, l’abolizione di questa norma potrebbe favorire la messa a terra delle opere previste, e nessuno dica che vengono meno i controlli, perché a partire da quelli contabili, saranno tutti ancora previsti”.
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