Foto di Filippo Attili, via Ansa  

Editoriali

Non rinnegare, ma restaurare: Canfora consiglia a Meloni di ispirarsi al Duce

Redazione

In merito a imposizione fiscale e redistribuzione il noto storico comunista dice in sostanza che la premier dovrebbe guardare al fascismo. Insomma, che si torni al Sansepolcrismo 

"Torniamo allo Statuto”, scriveva in un celebre articolo l’esponente della Destra storica Sidney Sonnino. “Torniamo al Sansepolcrismo”, sembra  scrivere in un articolo l’esponente della sinistra storica Luciano Canfora. Sul Corriere lo studioso dice, in sostanza, che Mussolini ha fatto cose buone, a differenza di Giorgia Meloni.

Ad esempio, sui temi dell’imposizione fiscale e della redistribuzione. Canfora scrive che “propugnare una tassazione progressiva è un gesto filopopolare e anti-plutocratico”, come era chiaro al futuro Duce che nel programma dei Fasci di combattimento del 1919 proponeva “una forte imposta sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze”.

Purtroppo, nota Canfora, gli ottimi propositi socialisti del sansepolcrismo non esercitano più “alcuna attrattiva” sulla destra al governo, che è “soggiogata intellettualmente da compagni di strada iperliberisti”. Che devono essere il vero pericolo per la democrazia, altro che i fascisti. Canfora evoca anche la Costituzione della Repubblica di Salò, “redatta da Biggini e approvata dal Duce (1944)” che però era più sfumata: parlava solo di “oneri” da “accettare disciplinatamente”, ma era comunque meglio della flat tax e della guerra “contro le tasse sui grandi patrimoni” della destra trumpiana attuale.

Lo storico fa poi una grande confusione tra proporzionalità e progressività, evocando lo Statuto albertino (come Sonnino!) per dire che anche “la più remota tradizione liberale prescrive la progressività dei tributi”, quando invece lo Statuto diceva che i cittadini dovevano contribuire “nella proporzione dei loro averi” (l’Imposta di ricchezza mobile del Regno era una flat tax!). In ogni caso ciò che conta è che, secondo un noto storico comunista, la Meloni non solo non dovrebbe rinnegare ma dovrebbe addirittura ispirarsi di più al fascismo. Si tratta, insomma, di aggiornare il motto del Msi di De Marsanich e Almirante: non più “Non rinnegare e non restaurare”, bensì “Non rinnegare e restaurare un pochino”.

Di più su questi argomenti: