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L'evento

Ecco gli "Stati generali della cultura" secondo la destra. Al convegno anche Sangiuliano

Gianluca De Rosa

Giovedì a Roma l'appuntamento organizzato dal capo segreteria del ministro contro "la cultura woke e del politically correct". Il programma e i volti di chi vuole sottrarre alla sinistra “l’egemonia culturale che è diventata conformismo”

Il ministro ci mette la faccia, ma non il cappello. Gennaro Sangiuliano sarà sì l’ospite d’onore di “Pensare l’immaginario italiano. Stati generali della cultura nazionale”, ma guai a dire che la kermesse è roba sua. “Altrimenti ci sarebbe stato il logo del Mibac!”, spiegano nella sala stampa di Montecitorio Francesco Giubilei, Alessandro Amorese e Emanuele Merlino. Sono i tre moschettieri della cultura della destra, pronti a sottrarre alla sinistra “l’egemonia culturale che è diventata conformismo” e a “combattere la cultura woke e del politically correct che ci arriva dai campus americani”. A guardarli da vicino si capisce che patrocinio istituzionale o meno, il ministro Sangiuliano in questa vicenda c’entra eccome. Giubilei è suo consigliere politico, Merlino addirittura il capo della sua segreteria tecnica. Non si nascondono, ma pretendono comunque che l’evento dall’altisonante titolo non sia attribuito al ministro. “Lo scopo più importante è ridare dignità e forza alla cultura nazionale che non è quella proposta da chi in questi anni l'ha gestita e pensata, sarà solo un primo incontro”, dice Amorese.

Illustrando il programma – 11 incontri su enti locali e cultura, cinema, teatro, arte, beni culturali, fondazioni, organizzazione della cultura, promozione del pensiero italiano all’estero, editoria e giornalismo – che si dipanerà giovedì tra le 09.30 e le 19 all’hotel Quirinale di Roma (via Nazionale) aggettivano sempre tutto dicendo “italiano”, “nazionale” e mai “di destra”. Ma dopo quindici minuti di conferenza stampa un cronista lo chiede senza girarci troppo intorno. “Avete parlato di egemonia culturale che è diventata conformismo, avete parlato della necessità di organizzare la cultura, ma non avete mai detto che quella che non vi piace è quella di sinistra e quella che vorreste mettere a sistema è quella di destra, perché?”. “Noi non ci nascondiamo”, chiariscono subito i tre. “E però – aggiungono – la destra politica è una cosa, la cultura è diversa, non c’è una destra, ma tante destre, tanti pensieri conservatori”, dice Giubilei. “Tra i partecipanti ci sono persone che la vedono in modo diverso su tante cose che magari non si riconoscono nella sinistra, ma non per forza sono politicamente a destra”, aggiunge Amorese. Di certo nascondersi sarebbe difficile.

Oltre a Sangiuliano. giovedì sono previsti anche gli interventi del sottosegretario Gianmarco Mazzi, del presidente della commissione Cultura della Camera (sempre di FdI) Federico Mollicone. Tra gli altri ecco il codirettore di Libero Pietro Senaldi e il vicedirettore della Verità Francesco Borgonovo, intervistati insieme a Pietrangelo Buttafuoco nel panel (ops, incontro) “Giornalismo culturale, editoria e scrittura”. Presente anche il politologo Alessandro Campi che interverrà durante l’incontro “Organizzare una politica culturale” (su questo Giubilei è costretto a citare il teorico dell’egemonia culturale della sinistra nel nostro paese, Antonio Gramsci, che “spiegava bene come non basta la base culturale e valoriale ma serve un’organizzazione della cultura”). Ci sarà anche il presidente del Maxxi Alessandro Giuli, il filosofo (candidato recentemente in Lombardia con FdI) Stefano Zecchi e Marcello Veneziani. Il mondo Rai della destra meloniana è presente al completo. Ecco Angelo Mellone, vicedirettore del DayTime Rai, il direttore di Rainews Paolo Petrecca, l’ex consigliere d’amministrazione e papabile direttore generale Gianpaolo Rossi. Per il mondo del teatro ecco il coreografo Luciano Canniuto. Mentre l’”intermezzo goliardico” sarà affidato a Federico Palmaroli, in arte Osho, memista, direbbero a sinistra, del Tempo.

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