Crosetto e le minacce. Ricostruzione (e prove)

Il Foglio ha ricevuto conferme dal governo sull'attacco russo al ministro. La notizia che fossero prive di riscontrabile fondamento non può che farci felici

Che Guido Crosetto ridimensioni la portata della minaccia di cui è stato oggetto è più che comprensibile. Doveroso, forse, perfino. Gli fa onore il non voler fomentare una polemica su un tema assai delicato; gli fa onore il non voler passare per vittima.

 

Del fatto che non ne sarebbe stato informato, come il ministro della Difesa ha spiegato in un tweet, prendiamo atto. Non possiamo, in ogni caso, che confermare la bontà della nostra ricostruzione in merito all’intimidazione formulata nei confronti di Crosetto da parte dell’ex presidente russo Dmitri Medvedev. Confermiamo che, tra venerdì e sabato scorso, una comunicazione informale ha reso noto, ad autorevoli esponenti del governo, che “un ordine” era stato diramato da Medvedev per esortare la brigata Wagner a colpire il ministro della Difesa italiano.

  

Quella citata nel dispaccio, fornito per le vie brevi a membri di primo piano dell’esecutivo, era una fonte straniera: i dettagli sul possibile attacco, la cifra relativa alla taglia, provenivano da questo informatore. Il Foglio, venuto a conoscenza della notizia, ha chiesto ed avuto conferme in tal senso da parte del governo.

  

Che sulla vicenda ci sia stato un interessamento della nostra intelligence è, pure questa, una notizia di cui abbiamo avuto conferma dal governo. Fin qui, i fatti. Di cui, ovviamente, abbiamo prove e riscontri. Documentati. Documentabili. Dopodiché, spetta al governo stesso, ed eventualmente ai servizi segreti, valutare la reale concretezza della notizia ricevuta e della minaccia rivolta al ministro.

 

La distinzione tra propaganda e realtà, tra deliri minatori ed effettiva diramazione di ordini operativi da parte dei vertici del Cremlino, compete agli organi a ciò preposti. Da quanto apprendiamo, in seguito ad approfondimenti, l’autorità delegata ha ritenuto che non vi sia stata alcuna reale minaccia nei confronti di Crosetto, e che le informazioni arrivate a esponenti del governo fossero prive di effettivo, riscontrabile fondamento. Il che, ovviamente, non può che farci felici.

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