Foto LaPresse

L'intervista

Lollobrigida: "Piantedosi non si tocca. Io al suo posto? Lo escludo, ha la mia fiducia"

Simone Canettieri

Sulle responsabilità per la strage dei migranti "i fatti vanno chiariti", ci dice il ministro dell'Agricoltura. "Ma il titolare del Viminale è stato ineccepibile". “Lavrov elogia il Cav.? Su Kyiv parlano i fatti, il governo va dritto". Intervista

Francesco Lollobrigida, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov al G20 in India ha elogiato la posizione di Silvio Berlusconi sul conflitto in Ucraina: le parole del Cav. continuano a essere una spina nel fianco del governo, non trova? “A Lavrov dico di non pensare alle parole, ma ai fatti compiuti dall’Italia: la nostra posizione sulla guerra non cambia”, dice al Foglio il ministro della real casa, plenipotenziario dell’esecutivo Meloni. I fatti non cambiano sulla guerra, ma le parole sono importanti: consiglia a Berlusconi maggiore prudenza per evitare questi cortocircuiti così antipatici? “Io non consiglio nulla a nessuno. Berlusconi è una persona autorevole, e la pensa come vuole. Il governo sull’Ucraina ha preso una strada e non intende farsi condizionare. Spiace per Lavrov”. Lollobrigida parla con il Foglio a tutto campo. 

 

Ministro, la cura delle parole è importante: servirebbe un corso anche per Matteo Piantedosi?

Il titolare dell’Interno si è ampiamente spiegato. Il problema non è l’uso delle parole, ma le azioni del governo: ho letto accuse incredibili e inumane”.

 

Sulla strage dei sessantotto migranti in Calabria ci sono delle responsabilità da appurare. Il governo pretenderà chiarezza fino in fondo?

“Certo, i fatti vanno chiariti. Così come eventuali responsabilità sui soccorsi, anche se le audizioni di Piantedosi sono state finora ineccepibili”.

 

Il titolare dell’Interno rischia il posto?

“No. Ora, posso dire una cosa? Non è che se uno fa il ministro con la destra diventa scemo, Piantedosi ha ricoperto ruoli di  responsabilità, da ultimo quello di prefetto di Roma, con tutti i governi”.

 

Ma qui è in prima linea, ed è entrato nel mirino dell’opinione pubblica: dicono che lei possa prendere il suo posto se la situazione dovesse mettersi male.

“Ma per favore, non solo Matteo ha la mia fiducia, e ha un livello tecnico ineguagliabile, ma detto fra noi fui tra i primi a spingere per la sua nomina. Io faccio il ministro dell’Agricoltura e nemmeno tanto male. Altro che interno o presidente del partito come ho letto: siamo seri, non accadrà nulla”.

 

Ma a Crotone, ai funerali delle vittime del naufragio, il governo non c’era: gli assenti hanno sempre torto, soprattutto in circostanze come queste.

“C’era il presidente della Repubblica che rappresenta tutti rispetto a una questione umana sconvolgente che dimostra però un epifenomeno chiaro”.

 

Sta per dire anche lei che sotto sotto quei disgraziati se la sono cercata mettendosi in mare aperto?

“No, attenzione: più partenze equivalgono a più morti, basta guardare le statistiche. E aggiungo: purtroppo. E non è questione di ong. Ecco perché vogliamo intervenire favorendo un’immigrazione regolare e integrata”.

 

Il governo varerà un decreto flussi per 500 mila persone?

“Ho detto che c’è un fabbisogno lavorativo di circa 280 mila persone annue. Il piano è biennale. Se non si trovassero italiani intenzionati a lavorare è giusto stringere accordi bilaterali con altri paesi, formando i migranti e soprattutto rendendoli integrati”.

 

Insistiamo: l’inchiesta di Crotone potrebbe scuotere il governo e costare caro a Piantedosi?

“Matteo è una persona di una grande sensibilità e dalle enormi capacità. Così come c’è massima fiducia nella Guardia costiera. Poi aspettiamo in silenzio l’esito dell’inchiesta, così come l’attendiamo su altre vicende”.

 

Si riferisce a quella sulla gestione della pandemia durante il governo Conte, eppure voi di Fratelli d’Italia eravate contro le chiusure e i lockdown.

“Sulla gestione della pandemia avevamo posto dei seri dubbi e continuiamo a chiedere chiarezza. Ecco perché presto avremo anche una commissione d’inchiesta parlamentare. Sulla vicenda complessiva bisogna far luce, per evitare errori in futuro. Ci sono dei quesiti inevasi. Ci sono vicende da approfondire”.

 

Si possono processare le scelte politiche in una situazione inedita come fu quella della pandemia?

“La commissione fa parte delle prerogative del Parlamento e molto presto vedrà la luce”.
 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.