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Meloni in India prende applausi sulla Russia ma evita di menzionare la Cina

Francesca Marino

La premier ha ribadito, davanti al ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, la necessità di dare sostegno all’Ucraina. Nessuna parola sulla Via della Seta. Poi l'annuncio con Modi: esercitazioni congiunte e corsi di formazione tra le rispettive forze armate

Delhi. “Giorgia rocks”, secondo la maggioranza degli indiani. Che ha accolto in modo più che positivo, come c’era da aspettarsi, la premier italiana e i suoi commenti al Raisina Dialogue, (la conferenza di geopolitica di cui era ospite d’onore) sull’identità e sulla necessità di difendere cultura e le tradizioni del proprio paese da eventuali contaminazioni. 

Il discorso di Meloni al Raisina è risultato in realtà piuttosto deludente per chi si aspettava un indirizzo programmatico di natura geopolitica e, in linea di massima più incisivo. Incisivo, il discorso della Meloni, è stato soltanto quando ha ribadito, davanti al ministro degli Esteri della Federazione russa, Sergei Lavrov, seduto tra gli uditori, la necessità di dare sostegno all’Ucraina mettendo in evidenza, se ce ne fosse stato bisogno, il fatto che è stata la Russia a invadere un paese sovrano in violazione di ogni norma di diritto internazionale. Nonostante il primo ministro indiano Narendra Modi sia rimasto di pietra, la sala le ha tributato un applauso a scena aperta (l’unico durante il discorso). A sorpresa, invece, è rimasto celato il grande elefante nella stanza, la Cina. 

Meloni non ha pronunciato nemmeno per sbaglio, come tutti invece si aspettavano, la parola “Cina”. La Repubblica popolare non è mai stata menzionata, così come lo sciagurato accordo sulla partecipazione dell’Italia alla Via della Seta firmato dal governo Conte. D’altra parte, gli annunci sostanziali, quelli che rendono di fatto positiva la visita di stato di Giorgia Meloni in India, erano già stati fatti qualche ora prima in una conferenza stampa congiunta tra i due capi di stato: “Quest’anno l’India e l’Italia celebrano il 75° anniversario delle loro relazioni. In questa occasione, abbiamo deciso di elevare la partnership India-Italia allo status di partnership strategica”, hanno dichiarato fianco a fianco Modi e Meloni. Che hanno annunciato anche la creazione di uno “Start-up Bridge” tra Italia e India con “particolare enfasi sull’aumento della cooperazione in settori come le energie rinnovabili, l’idrogeno verde, l’informatica, i semiconduttori, le telecomunicazioni e lo spazio”. 

 

D’altra parte, ha dichiarato Meloni, gli scambi commerciali tra Italia e India sono più che raddoppiati negli ultimi due anni e, nel 2022, hanno raggiunto il record di 15 miliardi di euro. Sono stati rilanciati gli accordi di cooperazione e commercio in campo militare, specialmente dopo che la Leonardo italiana è stata “scongelata” dal blocco delle importazioni per lo scandalo Westland-Agusta. E i due premier hanno anche annunciato l’istituzione su base regolare di esercitazioni congiunte e corsi di formazione tra le rispettive forze armate. Il pezzo forte è stato però un attesissimo annuncio: “E’ una questione di grande soddisfazione per noi che l’Italia abbia deciso di aderire alla Indo Pacific Ocean Initiative”, ha dichiarato Modi.

L’annuncio era atteso in verità già da un po’, da quando cioè, nel 2021, era stato annunciato un partenariato trilaterale tra India, Giappone e Italia che però, dopo essere stato formalmente varato, non era stato reso operativo, fino a quando, poco più di un mese fa, l’Italia ha elevato le relazioni con il Giappone allo status di “partenariato strategico” analogo a quello inaugurato oggi con l’India facilitando così un maggiore coinvolgimento italiano nelle dinamiche e che hanno portato alle dichiarazioni odierne, anticipate dalle voci dell’invio, giorni fa, della nave da pattugliamento Morosini nell’Indo-Pacifico. 

 
 

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